Secondo Turismo Verde-Cia, dopo l'ultimo decreto, non ci sono più elementi che garantiscono la tenuta delle strutture che contavano in una ripresa in vista delle feste. Si ritroveranno, invece, a fare i conti con una chiusura totale con la sola possibilità di consegne a domicilio e ristorazione d'asporto; alternative che non tengono in piedi i ristoranti, precisa l'Associazione, tanto meno gli agriturismi che essendo dislocati in campagna, difficilmente hanno potuto attivare simili servizi.
Da qui la richiesta alla ministra "di interventi immediati che tengano conto del nuovo scenario". Servono, dunque, contributi a fondo perduto più sostanziosi e, in particolare, la cassa integrazione per i dipendenti, perché molti agriturismi rischiano di chiudere i battenti e di mandare in fumo migliaia di posti di lavoro. "L'arrivo del vaccino ci fa ben sperare dal punto di vista sanitario - scrive il presidente nazionale di Turismo Verde, Giulio Sparascio - a questo punto, occorre accelerare anche sul fronte della ripresa economica con aiuti coerenti con le necessità dei comparti produttivi e necessari a una nuova e prossima primavera".
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