Trend in aumento nel carrello della
spesa degli italiani per i prodotti alimentari "free from" e
per quelli riservati a chi soffre di allergie o intolleranze
alimentari nell'anno della pandemia: nel 2020, infatti, le
vendite di alimenti "free from" (13.700 prodotti) hanno sfiorato
i 7 miliardi di euro e quelle di prodotti per intolleranti
(oltre 10 mila) hanno superato i 4 miliardi di euro, in crescita
rispettivamente di +3,3% e di +4,6% rispetto al 2019. A
rilevarlo è la nona edizione dell'Osservatorio Immagino di Gs1
Italy che ha preso in esame i risultati di vendita di oltre 120
mila prodotti di largo consumo, pari all'82,6% del fatturato di
supermercati e ipermercati in Italia. Nel settore "free from",
tra i 17 claim rilevati, "senza conservanti" è il più diffuso
(5,8% dei prodotti), mentre l'emergente "senza antibiotici" è il
più performante (+41,3% delle vendite). Buoni i risultati
anche per i prodotti segnalati come "senza polifosfati"
(+12,6%), "senza glutammato" (+10,5%), "senza aspartame"
(+10,0%) e "non fritti" (+10,5%). Nel mondo dei senza glutine o
lattosio il segmento più importante , sia come valore delle
vendite che come numero di referenze, è quello del gluten free,
a cui appartengono il claim "senza glutine" (+5,0% di vendite
nel 2020) e il marchio Spiga Barrata rilasciato
dall'Associazione italiana celiachia (+3,9%). Il segmento più
dinamico del 2020 è stato invece quello dei prodotti "senza
lattosio": arrivati a quota 2.141 referenze, hanno registrato un
aumento di +6,7% del giro d'affari, quasi raddoppiando la
performance ottenuta nel 2019. Da segnalare il claim emergente
"senza latte" (+11,4% di vendite). Infine "senza lievito" ha
aumentato le vendite di +3,7%, e "senza uova" ha visto salire il
sell-out di +0,1% rispetto al 2019.
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