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Le più antiche impronte di bambino,hanno 1,2 milioni di anni

Le più antiche impronte di bambino,hanno 1,2 milioni di anni

Lasciate in un antico fiume, scoperte da team con italiani

ROMA, 27 agosto 2020, 14:16

Redazione ANSA

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Le impronte scoperte dagli archeologi italiani (fonte: Missione archeologica italiano a Melka Kunture) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Le impronte scoperte dagli archeologi italiani (fonte: Missione archeologica italiano a Melka Kunture) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Le impronte scoperte dagli archeologi italiani (fonte: Missione archeologica italiano a Melka Kunture) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Hanno 1,2 milioni di anni le più antiche impronte di bambino mai scoperte: sono state lasciate in un fiume preistorico a Melka Kunture in quella che oggi è l'Etiopia e sono anche la più antica testimonianza di "bagni" fatti da bambini. Le ha scoperte una missione archeologica italiana e restituiscono una rara istantanea dell'infanzia nella preistoria. Pubblicato sulla rivista Quaternary Science Reviews, il risultato si deve ai ricercatori guidati da Margherita Mussi e Flavio Altamura dell'Università Sapienza di Roma. Alla ricerca hanno partecipato anche studiosi dell'Università di Cagliari, della britannica Bournemouth University e del museo tedesco Geoskop. Le impronte umane scoperte sono quasi tutte riferibili a bambini e adolescenti delle specie umane preistoriche Homo erectus/ergaster o forse Homo heidelbergensis arcaico.
   
"Si tratta, in un certo senso, dei primi 'bagni' fatti da bambini di cui si abbia una prova scientifica diretta" rileva Mussi, direttore della Missione archeologica. "Queste impronte - aggiunge - confermano che l'attrazione dei bambini per gli ambienti umidi e gli specchi d'acqua - pozzanghere incluse - ha radici antichissime nel comportamento umano". Le impronte sono state scoperte nel sito archeologico di Melka Kunture negli strati risalenti al periodo compreso tra 1,2 milioni e 850.000 anni fa, che secondo gli studiosi dovrebbero essersi formati in un ambiente fluviale e paludoso, ciclicamente investito dalle ceneri dei vulcani vicini. Le impronte dei bambini, vicine a quelle di erbivori e molluschi, dimostrano che i piccoli ominidi entravano in acque basse e pulite, così come facevano gli animali. "Probabilmente, anche un milione di anni fa - spiega Altamura - i bambini entravano in acqua per ragioni molto simili a quelle che potremmo aspettarci oggi: per bere, per lavarsi o per cercare di catturare a mani nude pesci e molluschi da mangiare. Oppure più semplicemente per giocare".

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