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Scoperte le micronovae, un nuovo tipo di esplosioni stellari

Scoperte le micronovae, un nuovo tipo di esplosioni stellari

Durano solo poche ore e potrebbero essere comuni nell’universo

27 maggio 2022, 13:36

Redazione ANSA

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Rappresentazione artistica di una micronova, versione su scala ridotta delle supernovae (fonte: Mark Garlick/Durham University) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Rappresentazione artistica di una micronova, versione su scala ridotta delle supernovae (fonte: Mark Garlick/Durham University) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Rappresentazione artistica di una micronova, versione su scala ridotta delle supernovae (fonte: Mark Garlick/Durham University) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Scoperto un nuovo tipo di esplosione stellare che sfida l’attuale comprensione di questi fenomeni. Le micronovae, infatti, sono una versione su scala ridotta delle supernovae: sono molto potenti, ma non coinvolgono l’intera superficie della stella e durano solo poche ore, cosa che le rende estremamente difficili da osservare. La scoperta, pubblicata sulla rivista Nature da un gruppo internazionale di astronomi guidati dall’Università britannica di Durham, lascia ipotizzare che le micronovae potrebbero essere estremamente comuni nell’universo.

I ricercatori hanno osservato queste esplosioni, capaci di bruciare rapidamente una quantità di materiale equivalente a 3,5 miliardi di Piramidi di Cheope, sulla superficie di tre nane bianche, stelle morenti con masse simili a quella del Sole ma di dimensioni vicine a quella della Terra. La scoperta dei brillanti ma brevissimi lampi di luce è avvenuta grazie al telescopio spaziale Tess della Nasa (Transiting Exoplanet Survey Satellite), solitamente utilizzato per la ricerca di pianeti esterni al Sistema Solare, e successivamente confermata con il Very Large Telescope (Vlt) dello European Southern Observatory (Eso).

Le micronovae sono state causate dalla caduta sulla superficie delle nane bianche di materiale (principalmente idrogeno) rubato a stelle compagne: quando l’idrogeno si avvicina alla superficie incandescente, i suoi atomi si fondono per formare elio e danno così origine a una reazione esplosiva. Si tratta dello stesso meccanismo alla base delle supernovae, ma in questo caso la fusione dell’idrogeno è stata incanalata e contenuta dai forti campi magnetici presenti sulle stelle osservate, che hanno reso le esplosioni molto più localizzate.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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