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Nuovo look per la futura base lunare 'Moon Village'

Nuovo look per la futura base lunare 'Moon Village'

Il progetto per farla diventare una città con moduli a 4 piani

MILANO, 18 novembre 2020, 10:42

Redazione ANSA

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Nuovo look per la futura base lunare 'Moon Village ' (fonte: ESA) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Nuovo look per la futura base lunare  'Moon Village ' (fonte: ESA) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Nuovo look per la futura base lunare 'Moon Village ' (fonte: ESA) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Cambio di look per la futura base lunare 'Moon Village': il nuovo progetto, sottoposto al vaglio dell'Agenzia spaziale europea (Esa) da un noto studio di architettura statunitense, propone di sostituire i vecchi habitat a igloo con moduli semi-gonfiabili a quattro piani per quattro persone, con un design futuristico per gli interni e la possibilità di aggiungere elementi modulari con varie funzioni.

L'obiettivo è creare nel cratere Shackleton una piccola città con vista sulla Terra, alimentata quasi ininterrottamente dalla luce solare e vicina a depositi di acqua ghiacciata.

Il progetto, che porta la firma dello studio Skidmore, Owings & Merrill, è nato nel 2018 ed è stato sviluppato grazie al confronto con gli esperti del Massachusetts Institute of Technology (Mit) e della stessa agenzia spaziale europea.

Sottoposto ai tecnici della Concurrent Design Facility dell'Esa, ha innescato un dibattito sulle diverse soluzioni proposte, anche se al momento non sono state rilevate criticità che ne impedirebbero la realizzazione.

I moduli abitabili semi-gonfiabili a quattro piani sono stati pensati come un'evoluzione del modulo Beam della Stazione spaziale internazionale, per massimizzare il volume in rapporto alla massa. L'architettura interna è stata progettata per garantire una buona illuminazione e comfort: considerando la debole forza di gravità lunare, sono stati previsti anche appigli e barre a cui aggrapparsi. Il modulo, inizialmente pensato per una permanenza di 500 giorni, è stato riadattato per 300 giorni, considerata l'esposizione ai raggi cosmici che ha imposto pure di riadattare gli ambienti interni in modo da renderli più protetti. Il modulo è stato sviluppato in modo da consentire la coltivazione di vegetali in situ, mentre il fabbisogno energetico (stimato pari a 60 kilowatt) verrebbe soddisfatto da un adiacente parco solare o da un reattore per la fissione installato in superficie. La temperatura interna verrebbe mantenuta a 22 gradi.

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