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Messa, i giovani devono avere la responsabilità dei progetti

Messa, i giovani devono avere la responsabilità dei progetti

Allo studio un percorso più chiaro dopo il dottorato

30 marzo 2021, 18:57

Redazione ANSA

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Per il ministro Messa i giorvani devono avere la responsabilità dei progetti (fonte: Elf-Moondance da Pixabay) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Per il ministro Messa i giorvani devono avere la responsabilità dei progetti (fonte: Elf-Moondance da Pixabay) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Per il ministro Messa i giorvani devono avere la responsabilità dei progetti (fonte: Elf-Moondance da Pixabay) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Più responsabilità nei progetti ai giovani ricercatori, perché possano entrare "nel vivo" del lavoro scientifico, e un disegno di legge per cercare di rendere più chiaro il percorso dopo il dottorato di ricerca: sono i programmi del ministero per l'Università e la Ricerca, Maria Cristina Messa, nel convegno organizzato dalla Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa in collaborazione con Global Thinking Foundation.

"Molto del programma che sto portando avanti al ministero riguarda i giovani nella ricerca", ha detto il ministro. "Dobbiamo far entrare nel vivo della ricerca i nostri giovani, assegnandogli le responsabilità dei progetti. È un percorso lungo quello della ricerca e negli ultimi anni quanto più imprevedibile, proseguendo a fasi progettuali e occupandoci solo in seguito del futuro".

Messa ha inoltre annunciato che è allo studio della Commissione Cultura, scienza e istruzione della Camera un disegno di legge il cui obiettivo è "rendere più chiaro il percorso dopo il dottorato di ricerca, in maniera di poter definire le proprie carriere non solo nel mondo accademico ma anche in quello industriale". Non si tratta, ha aggiunto, del "problema di un posto a tempo indeterminato, ma di avere un riconoscimento e una dignità lavorativa".

Si calcola che gli assegnisti di ricerca in Italia siano circa 15.500, ha detto la rettrice della Scuola Superiore Sant'Anna, Sabina Nuti. I centri in cui lavorano più numerosi, prosegue, sono Politecnico di Milano, Università di Padova e la stessa Scuola Sant'Anna. "Abbiamo un numero molto elevato di assegnisti in rapporto al corpo docente, rapporto numerico - ha aggiunto Nuti - per cui siamo i primi in Italia. Il numero dei nostri assegnisti è il più alto tra quelli delle scuole a ordinamento speciale; la Scuola si caratterizza per avere oltre il 40% dei suoi proventi provenienti da bandi di ricerca.

Tra gli assegnisti la percentuale di donne è cresciuta dal 38% nel 2017 a più del 40% attuale". L'area di provenienza geografica è equilibrata tra Nord, Sud e Centro e dall'Estero e quest'ultimo gruppo è in crescita negli ultimi anni. Si calcola inoltre che dal 2017 al 2020 il guadagno degli assegnisti "è passato da un 50% con una borsa da 20.000 euro a un aumento della percentuale di assegnisti con borse maggiori".

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