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L’astronomia scende in campo nella lotta ai tumori

L’astronomia scende in campo nella lotta ai tumori

Stessi algoritmi per studiare le stelle e le biopsie

14 giugno 2021, 10:05

Redazione ANSA

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Cellule di melanoma, il più aggressivo tumore della pelle (fonte: Julio C. Valencia) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Cellule di melanoma, il più aggressivo tumore della pelle (fonte: Julio C. Valencia) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Cellule di melanoma, il più aggressivo tumore della pelle (fonte: Julio C. Valencia) - RIPRODUZIONE RISERVATA

L’astronomia entra in campo nella lotta ai tumori e aiuta gli oncologi a interpretare i risultati delle biopsie, riconoscendo i tumori che potrebbero rispondere meglio all’immunoterapia. È quanto emerge dallo studio pubblicato sulla rivista Science e coordinato da Alexander Szalay, dell’Università Johns Hopkins, e da Janis Taube, dell’Istituto Bloomberg Kimmel per l’Immunoterapia dell stessa università americana.

Utilizzando gli algoritmi sviluppati dagli astronomi per la mappatura del cielo attraverso la campagna osservativa Sloan Digital Sky Survey, i ricercatori hanno messo a punto la piattaforma AstroPath. Il banco di prova della tecnica è stata l'analisi di biopsie del più aggressivo tumore della pelle, il melanoma. Sono state osservate le cellule immunitarie che circondano le cellule tumorali equesto ha permesso di identificare un biomarcatore frutto di un mix dei sei marcatori e che è in grado di prevedere la risposta alla tecnica di immunoterapia chiamata anti-PD-1. 

La PD-1 è una proteina il cui nome è l'acronimo di 'programmed cell death 1', ossia morte cellulare programmata 1 e si lega ai linfociti T, le cellule immunitarie che entrano in campo per aggredire le cellule anomale, come quelle tumorali. In condizioni particolari però, anzichè combattere le cellule malate le aiutano e questo accade se si legamo alla proteine chiamata PD-L1 (programmed death ligand).

La proteina  anti-PD-1 impedisce questo legame e lascia i linfociti T liberi di aggredire i tumori. Il problema è che solo alcuni pazienti rispondono a questa forma di immunoterapia e la piattaforma AstroPath permette di individuare coloro che hanno le più alte probabilità di reagire positivamente. Il prossimo passo sarà verificare l'efficacia della piattaforma in altre forme di tumore, come quelli dei polmoni.


Sezione di un tessuto di melanoma. In blu e in rosso l’espressione delle proteine PD-1 e PD-L1 (fonte: Seyoun Park, Ph.D)

Per Drew Pardoll, dell’Istituto Bloomberg Kimmel e tra gli autori dello studio, “la piattaforma AstroPath permette di visualizzare più marcatori tumorali contemporaneamente, fornendo molte più informazioni di una singola biopsia. In questo modo - conclude - aiuta a mettere in pratica un’immunoterapia del cancro di precisione, identificando le caratteristiche uniche di ciascun paziente per prevedere chi risponderà a una determinata immunoterapia, come l’anti-PD-1, e chi no”

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