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Con Covid aumentato il numero delle bimbe infibulate, 1 milione in più

Con Covid aumentato il numero delle bimbe infibulate, 1 milione in più

Scarse risorse destinate a pandemia. Schillaci, da contrastare con coraggio

ROMA, 06 febbraio 2023, 13:04

Redazione ANSA

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Mutilazione Genitale Femminile, il 6 febbraio la giornata mondiale - RIPRODUZIONE RISERVATA

Mutilazione Genitale Femminile, il 6 febbraio la giornata mondiale - RIPRODUZIONE RISERVATA
Mutilazione Genitale Femminile, il 6 febbraio la giornata mondiale - RIPRODUZIONE RISERVATA

Sempre più donne e bimbe rischiano di subire una Mutilazione Genitale Femminile (Mgf) perché, negli ultimi tre anni, le scarse risorse sanitarie destinate alla prevenzione e al contrasto di questa pratica sono state dirottate sulla pandemia, con il risultato di determinare una battuta d'arresto rispetto ai risultati ottenuti. Nel periodo 2020-2022 è aumentato di almeno 1 milione il numero delle bambine vittime di questa pratica, una violazione dei diritti umani. È questo uno dei temi della Conferenza Internazionale al ministero della Salute organizzata dall'IRCCS San Gallicano in occasione della Giornata mondiale contro le Mutilazioni Genitali Femminili, che ricorre il 6 febbraio.

Sono oltre 250 milioni secondo le stime dell'Onu le donne che nel mondo hanno subito una Mgf e sono oltre 4 milioni le bambine a rischio di essere mutilate ogni anno. Questa pratica è ancora attiva in oltre 30 Paesi tra Africa e Medio Oriente, ma il fenomeno interessa anche donne immigrate che vivono in Europa occidentale, Nord America, Australia e Nuova Zelanda. Anziché diminuire con il tempo, queste pratiche sembrano diventare ancora più diffuse, anche a causa del fenomeno migratorio, con il risultato di essere oggi presenti anche in paesi dove prima erano sconosciute come nel caso degli Stati Uniti, dove il numero degli interventi è triplicato negli ultimi anni. Una stima approssimativa delle donne che hanno subito una delle forme di Mgf nei loro Paesi di origine e che vivono in Italia , indica una cifra intorno a 88 mila donne di cui oltre 7 mila minorenni. "Se le tendenze attuali dovessero continuare - rileva il professor Aldo Morrone, promotore dell'evento - il numero di ragazze e donne sottoposte a Mgf aumenterebbe in modo significativo nel corso dei prossimi 10 anni. Quello che serve sono finanziamenti e sensibilizzazione". "I numeri sono sottostimati-sottolinea l'esperto- perché la gran parte di queste pratiche avviene clandestinamente. Purtroppo il Covid ha aumentato il numero delle bambine infibulate perché sono stati chiusi i servizi sociali, i servizi scolastici, le poche risorse sono state indirizzate verso il contrasto al virus.Siamo lontani dagli obiettivi dell'Agenda Onu 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, tra i quali c'è l'abolizione delle Mgf". 

Schillaci da contrastare con coraggio

Bisogna tenere alta l’attenzione sulle mutilazioni genitali femminili, “una pratica che va contrastata con coraggio”. Lo spiega il ministro della Salute Orazio Schillaci, intervenendo alla Conferenza Internazionale organizzata dall'IRCCS San Gallicano al ministero della Salute in occasione della Giornata mondiale contro le Mutilazioni Genitali Femminili, che ricorre oggi. 

“In linea con gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda ONU 2030 -spiega il ministro- dobbiamo continuare a lavorare per la promozione della salute delle donne, obiettivo strategico che misura la qualità, l’efficacia e l’equità anche del nostro Sistema Sanitario”. 

“Il Ministero della Salute -aggiunge Schillaci- sostiene ogni iniziativa diretta ad eliminare le disuguaglianze per difendere diritto costituzionale alla tutela della salute di ogni cittadino. Per questo è fondamentale proseguire a investire nella formazione del personale sanitario che più interagisce con le donne a rischio di mutilazione genitale per garantire un appropriato standard d’intervento, anche nella comunicazione per la prevenzione di tale pratica. Altrettanto prioritaria è la promozione di iniziative per accrescere l’empowerment delle donne che potrebbero subire queste forme di violenza garantendo così il loro diritto ad essere libere e al pieno godimento dei diritti umani” 

 

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