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Riaprono studi dentisti, ma gli italiani sono 'rimandati' in igiene orale

Landi (Sidp), è solo l'inizio della ripresa, settimane per pieno regime

Redazione ANSA ROMA

Un peggioramento della patologia parodontale, correlata ad esempio ad altre condizioni, come un aumento della glicemia in questi mesi di lockdown dovuto ad inattività, o al fatto che non si è potuto accedere a controlli di salute di carattere generale. È quello che stanno osservando gli specialisti aderenti alla Sidp, Società Italiana di Parodontologia e Implantologia, alla riapertura degli studi.
    "Occupandoci di una patologia cronica, come la parodontite, molto influenzata dalla capacità che ha il paziente di seguire le indicazioni dell'odontoiatra e fare controlli frequenti - spiega Luca Landi, presidente Sidp- certamente la situazione che si presenta davanti e' di un peggioramento delle condizioni cliniche, che fortunatamente dovremmo riuscire a riportare alla normalità se le attività ordinarie cominciano a riprendere in maniera normale. Per quello che abbiamo visto, direi che in igiene orale gli italiani si può dire che siano rimandati a settembre. È proprio il caso di indicare questo mese, perché sarà quello del secondo richiamo, per capire se hanno recuperato ciò che hanno perduto in questo periodo. "È importante che le persone capiscano che devono prendersi cura specialmente in questi momenti della propria persona della salute e della propria bocca- aggiunge Landi- molti pazienti premono per poter tornare alle cure perché consapevoli dei loro problemi , altri hanno ancora timore. Altri ancora rimangono nell'indifferenza di pensare che salute orale non rappresenti una priorità e nel momento in cui economicamente possono avete difficoltà tagliano quello che considerano il superfluo.ma la prevenzione è più vantaggiosa anche economicamente del trattamento, ci sono anche degli studi che lo dimostrano". "Questo è solo l'inizio della ripresa, ci vorranno diverse settimane per ricominciare a pieno regime- prosegue il presidente Sidp, che sottolinea anche che "l'aumento dei mezzi di protezione, dei protocolli e delle procedure sono volti a ridurre il rischio per gli operatori.
    Perché il paziente è sicuramente ancora più tutelato ma il problema erano gli operatori che erano e sono ancora esposti a un rischio di contagio il più alto in quello che sono le categorie degli operatori sanitari. Odontoiatri, igienisti e assistenti hanno un rischio molti elevato di poter essere contagiati. Bisogna ridurre al minimo questo rischio di poter essere contagiati dal coronavirus e da altre infezioni. La sanificazione in ogni caso c'era già, ora abbiamo fatto un passo in avanti. Abbiamo riaperto alle attività ordinarie. Esistono linee guida e indicazioni già elaborate per gli studi odontoiatrici che però attualmente non sono state ancora approvate in via definitiva dal Ministero della Salute".
   

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