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Esperto, di Hiv si parla poco, giovani non lo conoscono

Occorre fare educazione prima ancora che informazione

Roma ANSAcom

Di Hiv “oggi si parla pochissimo. Al contrario ce n’è estremo bisogno e ancora adesso i numeri lo evidenziano. Abbiamo un problema con le nuove diagnosi: le persone scoprono molto tardivamente di essere state infettate, con anche il problema aggiuntivo di poter propagare l’infezione perché non sapendo di essere sieropositive non adottano le dovute precauzioni”. Lo spiega il professor Andrea Gori, infettivologo dell’Ospedale Sacco di Milano. C’è poi, per l’esperto, una sorta di problema nel problema: sono specie i ragazzi a non conoscere l’HIV, forse anche perché non hanno vissuto l’epoca nella quale si faceva più sensibilizzazione. “Da un lato direi fortunatamente -aggiunge Gori - ma dall’altro ciò comporta che non conoscono i rischi della malattia. Occorre tenere conto che l’HIV è ancora oggi, se non trattata, una malattia mortale. Per questo è fondamentale che i giovani vengano educati, ma non se ne parla a scuola o in famiglia.

Prima dell’informazione su questa malattia c’è veramente un problema di educazione: la patologia ha ancora uno stigma fortissimo, di Hiv si parla di nascosto e sottovoce. È qualcosa che fa ancora molta paura”. Peraltro con i farmaci oggi a disposizione “è possibile controllarla, ma è una malattia che non riusciamo ad eradicare -sottolinea Gori- ciò significa ad esempio che se si sospende la terapia, dopo una settimana il virus ricomincia a replicare e la malattia a progredire. Da qui la necessità di curarsi quotidianamente e stare bene attenti ad assumere le terapie in maniera corretta per non sviluppare resistenze ai farmaci che diventano così non più efficaci”. “Oggi sono diminuite le morti, moltissimo fortunatamente, abbiamo terapie eccezionali, ma questo non vuol dire che vivere con l’HIV sia una passeggiata-avverte l’infettivologo- ci si approccia alla patologia in maniera a mio parere troppo semplicistica, banalizzando il problema quando invece non è da banalizzare”. Dal punto di vista della lotta allo stigma contro questa patologia i passi in avanti sono enormi: “C’è l’equazione U=U Undetectable=Untransmittable che indica che una persona che ha una replicazione virale controllata non trasmette il virus. E’ la testimonianza scientifica che le persone sieropositive possono vivere all’interno della società avendo comportamenti del tutto normali. L’alone viola di una famosa campagna è un alone che adesso non c’è più. È un messaggio importante sia per la società che per le persone sieropositive: oggi possono avere una vita di coppia affettiva, di coppia, sessuale assolutamente normale”.

In collaborazione con:
Gilead

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