Focus sul Covid oggi alla Fondazione Ferrero di Alba, dove si è aperto lunedì un convegno scientifico internazionale di cinque giorni dedicato all'Healthy Ageing, l'invecchiamento di successo. L'evento, sotto il patrocinio del Parlamento Europeo, è organizzato dalla Fondazione in collaborazione con l'Accademia di Medicina di Torino, l'Università Cattolica di Milano e il Karolinska Institutet di Stoccolma.
E' questo il più recente fra i convegni di studio a cadenza biennale che la Fondazione Ferrero ha organizzato dal 2013 per promuovere la riflessione sui cambiamenti demografici e le conseguenti ricadute sociali, promuovendo un modello in cui il mondo senior viene affrontato come risorsa positiva e occasione per nuove esperienze. Obiettivo dichiarato, "mettere a fuoco le strategie cliniche e sociali per trasformare la vecchiaia in una risorsa per la comunità". Come peraltro la stessa Fondazione fa con i suoi ex dipendenti, prendendosi cura di una popolazione di oltre quattromila persone fra attività fisica, corsi mirati a combattere le patologie dell’invecchiamento, monitoraggio sanitario con visite periodiche e prenotazione di esami, oltre a iniziative culturali e scientifiche.
Per il presidente della Ferrero spa, Bartolomeo Salomone, uno degli scopi è anche quello di "dare un contributo alla scienza, facendo incontrare i maggiori luminari della medicina e della ricerca". Ne è prova, ha sottolineato, l'interesse dimostrato da Università e centri di ricerca per "l'esperienza incredibile" nata ad Alba con gli ex dipendenti che la Fondazione da anni coinvolge nelle sue attività.
Ettore Bologna, responsabile scientifico della Fondazione, ha osservato che "la medicina non è l'argomento principale per invecchiare bene: contano moltissimo la socialità e il movimento". Proprio ciò che la Fondazione si occupa di promuovere. "Da sempre - ha evidenziato - ci siamo occupati della qualità di vita nell'anziano e continueremo a farlo, sia per i nostri anziani del gruppo Ferrero, sia cercando di esportare questo modello per dare risposte alle problematiche dell'invecchiamento".
La giornata è stata aperta da una lecture del presidente della European Geriatric Medicine Society, Athanase Benetos, e ha visto interventi dei maggiori immunologi e virologi. "Per le persone con più di 80 anni - ha evidenziato Benetos - il rischio di morte da Covid-19 è 180 volte più alto rispetto a quelle con meno di 40 anni. Questo è un fatto peculiare del Covid, confermato dai dati sulla extra mortalità registrata nel 2020 rispetto ai due anni precedenti".
Il virologo Giovanni Di Perri ha rimarcato i "benefici enormi della terza dose" di vaccino, in grado di "proteggere gli over 60 dieci volte di più dal contagio e venti volte di più dalla malattia grave", come provano i dati in arrivo da Israele. Di Perri approva con forza la scelta italiana di estendere la terza dose a tutti gli over 40 a partire da dicembre. Perché, ha osservato, "l'esperienza israeliana mostra che le infezioni aumentano anche nelle fasce di età meno a rischio, e se in quelle fasce l'infezione non corrisponde all'ospedalizzazione, corrisponde però al fatto che il virus circola di più". E questo, ha concluso lapidario, significa che "non ci sono tante altre opzioni".
In collaborazione con:
Ferrero Spa