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Trapianti da donatori positivi, in Italia prima intuizione

Oggi sono 23 le procedure effettuate

Roma ANSAcom

Un diciassettenne, deceduto, i cui organi sembravano adatti a una bambina piccola che attendeva un fegato d’urgenza perché aveva una grave malattia epatica, e che aveva avuto il Covid. La verifica di una positività dal lavaggio broncoalveolare e l’intuizione dei medici: si poteva effettuare un trapianto da donatore Covid positivo a una ricevente, la piccola appunto, che aveva già avuto la patologia, la prima esperienza in questo campo in cui l’Italia ha fatto da guida per il resto dei Paesi. Sono ora 23 i trapianti effettuati da donatori Covid-positivi. A descrivere il percorso e come vi si sia arrivati e quali sono le evoluzioni future è il professor Paolo Antonio Grossi, consulente infettivologico del Cnt, in un evento ANSAincontra.
Un percorso iniziato a Torino e all’Ismett di Palermo, dove sono stati effettuati i primi trapianti di fegato. A Bologna e al Bambino Gesù, dove sono stati realizzati due trapianti di cuore da donatori positivi e riceventi negativi ed infine al Sant’Andrea di Roma un trapianto dì trachea su un paziente post-Covid. “Alla valutazione del donatore - spiega l’esperto - è emersa una positività dal lavaggio broncoalveolare. Allo stesso tempo c’era una bambina che attendeva un fegato d’urgenza perché aveva una grave malattia epatica, e che aveva avuto il Covid. Partendo dal presupposto che essendo guarita potesse avere un’immunità in grado di proteggerla da un’eventuale trasmissione e concordandolo con i genitori e i chirurghi, si è deciso dì fare il primo trapianto da donatore Covid-positivo. Oggi sono ormai un numero consistente: nell’ultimo aggiornamento ci sono stati 23 trapianti effettuati da donatori Covid-positivi e nessuno ha trasmesso ai riceventi l’infezione. L’American Journal of Transplantation dedicherà la copertina di dicembre a questa nostra prima esperienza a livello globale”. “Altri Paesi - conclude - hanno poi seguito, ma noi abbiamo aperto la strada dimostrando l’efficacia e la sicurezza di questi organi, escludendo il polmone. Per il momento ci siamo focalizzati su fegato e cuore ma il prossimo step sarà il trapianto di rene da donatori Covid-positivi”.

In collaborazione con:
CNT

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