"Alla luce di quello che vediamo accadere nel mondo con la variante delta, c'è necessità di una revisione del green pass" perché "le misure organizzative e gestionali devono seguire l'evoluzione del virus. Con la prima variante si era protetti per 9-12 mesi; con la variante Delta dopo 6 mesi la protezione scema, quindi bisogna mano mano adeguare la durata del pass". Così Walter Ricciardi, professore ordinario di Igiene all'Università Cattolica, a margine dell'evento "Innovare e investire in Sanità", organizzato a Roma da The European-House Ambrosetti, in merito alla durata del certificato verde.
La comunità scientifica "è d'accordo nell'alzare il livello di guardia e far sì che il pass sia un pass di sicurezza e consenta di aumentare i vaccinati e a chi va a cinema, teatro o cena fuori, di stare tranquilli. Per farlo c'è un punto debole: che non è tanto la durata del pass, quanto i tamponi antigenici, che danno minimo un 30% di falsi negativi. Un falso negativo infetto entra in un locale e contagia. Alla luce di queste evidenze scientifiche e quello che vediamo accadere nel mondo con la variante delta, c'è necessità di una revisione del green pass. Ci vuole una tempistica rapida nel recepire le evidenze della comunità scientifica".
Per coloro che si sono vaccinati a gennaio e febbraio, come operatori sanitari e ospiti delle Rsa, ha aggiunto, "sono passati ormai 10 mesi, è bene che si rivaccinino, perché di fatto, anche se il green pass vale teoricamente 12 mesi, dal punto di vista della protezione possono infettarsi".
In collaborazione con:
The European House – Ambrosetti