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Batteri killer, entro il 2050 possibile prima causa di morte

Batteri killer, entro il 2050 possibile prima causa di morte

Magrini (Aifa), prendiamo troppi antibiotici e male

ROMA, 18 novembre 2022, 12:51

Redazione ANSA

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Batteri killer - RIPRODUZIONE RISERVATA

Batteri killer - RIPRODUZIONE RISERVATA
Batteri killer - RIPRODUZIONE RISERVATA

Entro il 2050 i batteri super-resistenti agli antibiotici potrebbero divenire la prima causa di morte nel mondo, prima di infarto e ictus. È l'allarme lanciato da Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani (Fofi), in occasione della Giornata europea e della Settimana mondiale di sensibilizzazione sugli antibiotici "È lo scenario che ci attende se non si mettono in pratica comportamenti individuali responsabili e in assenza di politiche e interventi mirati", insiste l'esperto.

L'antibiotico-resistenza preoccupa in particolar modo l'Italia che continua ad essere 'maglia nera' in Europa, con 15mila morti l'anno per infezioni ospedaliere da batteri resistenti, quasi la metà del totale dei decessi, secondo l'Ecdc. Per arginare questa 'pandemia silenziosa' è quanto mai urgente intensificare gli sforzi delle istituzioni sanitarie e dei professionisti della salute su diversi fronti: promuovere un uso razionale degli antibiotici, dentro e fuori dagli ospedali, supportare la ricerca di nuove molecole e aumentare la consapevolezza della popolazione sul pericolo legato alla comparsa di batteri resistenti. "La disinformazione - sottolinea Mandelli - è tra le principali cause di utilizzo inappropriato di antibiotici che si registra, ad esempio, per curare l'influenza o il raffreddore durante il periodo invernale".

"Gli antibiotici sono una delle conquiste fondamentali della ricerca medica che rischiamo di compromettere a causa di un uso eccessivo, e in molti casi improprio, di questi farmaci. Utilizzarli correttamente è una responsabilità di tutti per evitare di ritrovarci in futuro senza strumenti efficaci per combattere le infezioni, ai danni soprattutto di chi è più fragile", conclude il presidente Fofi. 

L’antibiotico resistenza “è un fenomeno globale, ma in Italia è influenzato da due fattori negativi in particolare: siamo forti consumatori di antibiotici e usiamo troppo antibiotici che possiamo definire peggiori in termini di insorgenza della resistenza”. Nello specifico, prendiamo troppi “antibiotici di ultima scelta, che da noi vengono invece spesso utilizzati come prima scelta”, afferma Nicola Magrini, direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa).

Più che di uso prudente, Magrini ha voluto parlare di "uso appropriato" degli antibiotici. Ha quindi illustrato le nuove Raccomandazioni in materia realizzate dall'Aifa e pubblicate oggi. 

Nella battaglia all’antibiotico-resistenza, ha aggiunto Magrini, resta “importante produrre dati e sensibilizzare agli stessi. L’Aifa ha storia ventennale in questo ambito, con pubblicazioni di Rapporti noti e molto ben consultati”. Occorre poi pensare a strumenti di sensibilizzazione: “Oggi anche i ricercatori non trovano strano occuparsi di filmini e pupazzetti per spiegare meglio queste cose a tutti”. 

Per il direttore generale dell'Aifa servono “raccomandazioni basate sulle migliori evidenze, che si occupino anche di falsi miti", tra i quali Magrini ha citato "il falso mito che la terapia antibiotica non possa essere interrotta se le condizioni lo consentono". Infine "pensare alla complessità e agli investimenti per l’implementazione in questo ambito”. 


   

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