Agire "alla radice" del problema,
correggendo la mutazione più diffusa che causa la fibrosi
cistica con l'utilizzo di una nuova molecola di sintesi
promettente, che agisce anche sull'infiamazione. Questo
l'obiettivo di una ricerca condotta all'Università di Ferrara
dal team di ricerca di Ilaria Lampronti, in collaborazione con i
colleghi di altri Atenei. La speranza degli esperti è che, in
futuro, possa trasformarsi in una vera e propria strategia
terapeutica. "Le cure a cui i pazienti si sottopongono oggi -
spiega Lampronti - sono basate sull'utilizzo di farmaci che
agiscono sui sintomi: antinfiammatori classici steroidei e non
steroidei, antibiotici per combattere le infezioni polmonari e
agenti che fluidificano le secrezioni. La ricerca sta cercando
di individuare nuove strategie non solo per affrontare i sintomi
ma anche per curare la malattia. Quando si verificano le
mutazioni sul gene della fibrosi cistica, le funzioni
dell'omonima proteina diminuiscono o si perdono. Di conseguenza,
si ha un'alterazione delle secrezioni nell'organo che si
disidratano, appaiono più dense e viscose e portano al
danneggiamento dei tessuti". Il progetto di cui Lampronti è
stata coordinatrice e Adriana Chilin partner, è l'ultimo di una
serie di grant Fondazione ricerca fibrosi cistica (Ffc)volti
allo studio della Trimetilangelicina (Tma). L'importanza di
questo ultimo studio è data dall'azione di un unico composto
derivato da Tma sia sull'infiammazione, una delle principali
complicanze della malattia, sia sulla proteina difettosa,
conseguenza della mutazione del gene CFTR, in particolare la
mutazione F508del, che è la più frequente. "Fondazione Ricerca
Fibrosi Cistica - conclude Graziella Borgo, neodirettore
scientifico - si augura che la nuova molecola concluda il
percorso di ricerca preclinico per approdare a quello clinico e
portare un innovativo contributo terapeutico alle persone con
questa malattia". Lo studio è l'esito di un percorso che ha
visto un investimento complessivo negli anni di oltre 300 mila
euro da parte di FFC.
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