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Crisi chip, presidente Biden incontra grandi Ceo automotive

Crisi chip, presidente Biden incontra grandi Ceo automotive

Preoccupazione per produzione, probabili 61 miliardi di perdite

ROMA, 15 aprile 2021, 19:49

Redazione ANSA

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Gina Raimondo - RIPRODUZIONE RISERVATA

Gina Raimondo - RIPRODUZIONE RISERVATA
Gina Raimondo - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il presidente Usa Joe Biden ha incontrato alla Casa Bianca i top manager di una dozzina di grandi aziende dell'automotive e del digitale, tra cui il Ceo di General Motors Mary Barra e il Ceo di Ford Motor Jim Farley, per discutere del grave problema della scarsa disponibilità di semiconduttori che sta minacciando di rallentare lo slancio dell'economia e di mettere a repentaglio i posti di lavoro dei rispettivi settori. Hanno partecipato all'incontro il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan, il direttore del Consiglio economico nazionale Brian Deese e il segretario al commercio Gina Raimondo. La discussione ad alto livello, indetta dalla Casa Bianca, ha sottolineato la pericolosità del fatto che l'industria automobilistica è troppo dipendente dalle catene di approvvigionamento legate principalmente dall'Asia.
    Jake Sullivan ha descritto la carenza come una 'vulnerabilità della sicurezza nazionale' ed ha aggiunto che il presidente è impegnato a risolvere questo problema urgente e prioritario. È probabile che la carenza globale comporterà la perdita di milioni di unità nella produzione 2021 e miliardi di profitti, previsti invece per finanziare i programmi relativi ai veicoli elettrici. AlixPartners, una società di consulenza globale, stima che finora il settore abbia perso 1,4 milioni di veicoli di produzione a livello globale a causa della carenza di chip. Proseguendo la tendenza attuale quest'anno si potrebbero produrre fino a 2,5 milioni di veicoli in meno e il settore nel suo complesso potrebbe contabilizzare perdite per 61 miliardi di dollari.
    Biden ha più volte evidenziato la necessità di rafforzare le catene di approvvigionamento degli Stati Uniti, comprese quelle per i chip semiconduttori. La sua proposta per 2 trilioni di dollari di posti di lavoro e infrastrutture includerebbe 50 miliardi di dollari per la produzione e la ricerca di semiconduttori. "Sappiamo tutti che i semiconduttori sono gli elementi costitutivi della nostra economia futura - ha detto il segretario al commercio Gina Raimondo - e nel momento in cui attraversiamo la rivoluzione dei dati e del digitale, i chip restano alla base di gran parte della nuova tecnologia in cui vedremo la creazione di posti di lavoro. Se non investiamo in semiconduttori, resteremo ancora più indietro". 

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