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Gli italiani rinuncerebbero più ai voli che all'auto

Gli italiani rinuncerebbero più ai voli che all'auto

Studio della Bei sulla salvaguardia del clima

11 gennaio 2021, 11:56

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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(Bei) - il braccio finanziario dell'Unione europea e il maggiore finanziatore multilaterale di progetti in campo climatico a livello mondiale - in collaborazione con l'azienda francese di ricerche di mercato Bva.

Per il 66% degli italiani, comunque, preoccupa più il rischio di contrarre il Covid-19 degli impatti a lungo termine dei cambiamenti climatici. Il 77% afferma che eviterebbe al momento di utilizzare i trasporti pubblici nel timore di conseguenze per la propria salute. Nel complesso, il 34% degli italiani - rispetto al 19% della media europea - afferma di mettere in atto "correttivi radicali al proprio stile di vita per contrastare i cambiamenti climatici".

Secondo il sondaggio, viaggiare risentirà sia dell'andamento della pandemia che delle preoccupazioni legate al clima. Il 33% degli intervistati italiani afferma che, superate le restrizioni dovute alla pandemia, non prenderà l'aereo per considerazioni legate ai cambiamenti climatici, e il 43% intende trascorrere le vacanze in Italia o in un paese limitrofo per ridurre al minimo le emissioni di carbonio. Solo per il 12% degli italiani le abitudini di viaggio in aereo resteranno invariate rispetto a quelle pre-Covid. 

Anche a livello mondiale, gliintervistati affermano che la scelta meno pesante per contrastare i cambiamenti climatici sarebbe rinunciare agli spostamenti in aereo (40% per gli europei, 38% per gli americani e 43% per gli intervistati cinesi). Quanto alle preoccupazioni sulla salute, il 75% degli americani, il 71% dei cinesi e il 67% degli europei sono meno inclini a utilizzare i trasporti pubblici per paura di esporsi a contagio da Covid-19. Sebbene per la maggior parte degli intervistati prevalga il timore di contrarre il coronavirus rispetto all'impatto del proprio stile di vita sui cambiamenti climatici (79% dei cittadini cinesi, 67% degli americani e 58% degli europei), i cittadini credono che le scelte e le azioni dei singoli possano contribuire alla lotta contro i cambiamenti climatici: è il parere dell'82 % degli italiani, del 72% della media europea e americana e dell'84% della media cinese. Infine, in Europa e negli Stati Uniti i giovani credono più che gli anziani che il proprio comportamento possa fare la differenza nella lotta ai cambiamenti climatici; un divario che non è rilevato in Cina. Il vice presidente della Banca europea per gli investimenti Ambroise Fayolle afferma che "il periodo post-Covid-19 offrirà l'opportunità di compiere un enorme passo avanti nella transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio e resiliente sotto il profilo climatico. Una ripresa verde potrebbe aiutarci ad accelerare la riduzione significativa delle emissioni di gas a effetto serra necessaria entro il 2030. La Bei, in qualità di banca dell'Ue per il clima, ha il ruolo di velocizzare questa transizione verde finanziando progetti nel campo dell'energia pulita, della mobilità sostenibile e le innovazioni che consentano ai cittadini di cambiare le proprie abitudini per contrastare i cambiamenti climatici".

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