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Bici e e-bike, oltre la mobilità sostenibile ormai è fenomeno di costume

Bici e e-bike, oltre la mobilità sostenibile ormai è fenomeno di costume

Boom delle ciclabili. Sei consigli per scegliere la bicicletta giusta

02 giugno 2021, 19:59

di A.M.

ANSACheck

Mobilità ciclabile in città foto iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA

Mobilità ciclabile in città foto iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA
Mobilità ciclabile in città foto iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA

Non siamo ancora a livello delle grandi capitali europee, non ci possiamo paragonare ad Amsterdam e Copenaghen dove la tradizione è ultradecennale, nè a Parigi che ha ultimamente fatto talmente spazio alle due ruote e ai monopattini da aver messo decisamente in secondo piano le quattro ruote tranne gli autobus, con una sola corsia per loro e tutto il resto per far sfrecciare ciclisti ma cominciamo a migliorare. l’Italia si dimostra un paese virtuoso, dove le politiche per la mobilità ciclabile hanno portato alla realizzazione di chilometri di piste in tutte le grandi città. Le regioni con la maggiore intensità di utilizzo di bici in rapporto agli abitanti sono il Trentino Alto Adige, il Veneto e l'Emilia Romagna: una regione, quest'ultima ,che conta da sola 1.352,8 km di piste ciclabili. 
Se la bicicletta rappresenta il mezzo ideale per l’ultimo miglio, negli ultimi 12 mesi abbiamo assistito ad un vero e proprio “boom” della mobilità elettrica su due ruote: il mercato delle e-bike è cresciuto del 20% in un solo anno, con oltre 40 mila pezzi in più venduti rispetto al 2019 ed un import che ha segnato addirittura un +67%. Come bilancio del terzo anno del simbolico appuntamento del 3 giugno con la Giornata mondiale della bicicletta, istituita nel 2018 dalle Nazioni Unite per celebrare il contributo del ciclismo allo sviluppo sostenibile della società e per incentivare l’affermarsi di nuove forme di mobilità dolce, sempre più a misura d’uomo, nel rispetto dell’ambiente, non c'è male.
Se consideriamo l’ultimo quinquennio, le e-bike hanno quintuplicato i dati di vendita, passando da poco più di 50mila pezzi annui ai 280mila del 2020: un’impennata che ha allargato la platea e che apre ulteriori prospettive di sviluppo per l’industria del settore e la sua filiera.
L’e-bike, simbolo della sostenibilità e del rispetto per l’ambiente, in un fenomeno di costume paragonabile a quello che è stato lo smartphone.
Ci sono aziende che hanno preso molto sul serio questo sviluppo della mobilità sostenibile e del mercato, ci sono brand internazionali e italiani, come la giovanissima V-ITA Group con 5 brand: V-ITA, Icon.E, The One, Spillo e Smart.E. La sfida sul settore è anche nella declinazione lusso, esattamente come avviene nel mercato automotive: possedere una e-bike di lusso non è più solo utility o sport ma anche un prodotto "che si acquista anche per il piacere di mostrarlo e possederlo. Mai, però, ci saremmo aspettati di essere protagonisti di tanto successo, fino a dettare le nuove tendenze di mercato. Nel 2019 - racconta Carlo Parente, Amministratore Delegato di V-Ita Group - avevamo immesso sul mercato solo 1.645 e-bike, mentre il 2020 con gli oltre 27.000 pezzi venduti tra e-bike e Spillo, si è dimostrato l’anno della conferma. Ora con il brand Icon.E viene lanciata la X7 Icross, la fat bike “suv” che incarna il concetto di “minimal design” e prova a proporsi come il must have 2021".
Manager, professionisti e paperoni si innamorano delle nuove e-bike e per loro le industrie sfornano modelli ‘top di gamma’ impensabili fino a solo qualche anno fa’. Forbes segnala fra le nuove e-bikes di lusso la 'folle' DelfastTop2.0 (velocissima, si pedala pochissimo), la Priority Current dal design più snello (al prezzo di 3.500 euro). Costa 7.000 dollari invece la Roadster dall’aria vintage e la nuova e-bike Super 73 ha un sellino lungo da sembrare uno scooter ma anche pedali da bicicletta.
Sul fronte del design italiano, fra le novità la linea di bici elettriche del laboratorio Compagnia Ducale che, con Alfa Romeo, ha lanciato modelli ad alto livello di tecnologia, come la MTB Dolomiti Alfa Romeo. Seguono i modelli di ebike urbane di Fiat (E-Urban, 7 marce, motore da 250 watt) e le 'fuoristrada' di Jeep (E-Bike, solo per il mercato americano perchè ha un motore da 750 watt mentre in Europa il limite è di 500 watt). Anche Fiat firma una e-bike per palati fini ispirata alla 500. Pieghevole, ha un motore da 250 watt nel mozzo posteriore. I prezzi superano, abbondantemente, i mille euro.
Molto di moda, sempre per target alto (si va dai 1500 ai 3500 euro), anche in Italia la Brompton, di origine londinese, super accessoriata a scelta di borse da lavoro oltre ai classici cesti, coloratissima, pieghevole, con ruote piccole
Alle nuove e-bike ibride segue il mercato dei monopattini di lusso, scelti dai manager e dai colletti bianchi per percorrere tragitti brevi . Ai sistemi di noleggio si affianca il business del monopattino di proprietà e, fra i top di gamma, vincono quelli in versione micro, pieghevoli e leggeri da infilare nel cofano dell’automobile. Sono piccoli, ma potenti e superano anche i 40 km all’ora.
Economica, veloce, sostenibile: la bicicletta è la Regina della Mobilità Smart. A lei Ercole Giammarco dedica il suo vademecum tascabile dal titolo “Andare in bici. Le ragioni del pedalare”, edito da Garzanti (Pag. 160, Prezzo: 10 euro)
Sognando che anche le nostre città possano un giorno somigliare ad una vera “eco-metropoli” ciclabile, come Copenaghen – con 359 chilometri di piste ciclabili, oltre 43 di vie ciclabili verdi e ben 650.000 biciclette contro 125.000 auto – non dobbiamo dimenticare che anche il Belpaese ha già la sua città delle biciclette: Ferrara. Una città a misura di ciclista, nella quale l’89,5 per cento dei 135.000 abitanti possiede una bicicletta e quelli che la usano tutti i giorni sono più del 30 per cento. E non mancano altre felici eccezioni, come le Province autonome di Trento e di Bolzano, nelle quali importanti investimenti infrastrutturali hanno permesso collegamenti con il passo del Brennero, quello di Resia, San Candido alla fine della Val Pusteria, la Val Monastero che sbocca nel Cantone e Grigioni, Salorno nella valle dell’Adige e da lì, con le ciclabili austriache e svizzere.
Il vero cicloturismo è uno stile di vita che consente di riscoprire il vero piacere del viaggio in bicicletta in tutta sicurezza, anche in famiglia. Premesse indispensabili sono, ovviamente, le piste ciclabili non interrotte, con servizi di accoglienza, di ristoro e di assistenza lungo il percorso, una segnaletica omogenea e non discontinua, la possibilità di affittare in loco un mezzo, e la certezza di poter ricoverare in albergo il proprio mezzo. La strategia vincente? Sfruttare la soluzione treno più bici, ovvero l’intermodalità, che permette di usare la bici dove si preferisce per poi spostarsi verso altre zone in treno, caricando la bicicletta o lasciandola in una ciclofficina se è in affitto.
In una Top 6 i consigli per scegliere la bicicletta giusta
Una doverosa raccomandazione: non fatevi affascinare da biciclette dalla geometria fantascientifica e piene di gadget, perché spesso le bici migliori sono pensate per sottrazione. Ecco, quindi, come scegliere quella più adatta alle diverse esigenze:
1) City bike: è la soluzione ideale in città grazie all’assetto di guida confortevole, ai parafanghi e al paracatena che vi eviteranno di sporcarvi, alle ruote adatte ad ammortizzare le asperità delle vie dei centri storici (sampietrini, pavé, rotaie del tram). Un cambio, solitamente a sette velocità, permette, inoltre, di affrontare anche brevi salite senza sudare. Adattissima anche alle gite fuori porta.
2) Mountain bike: è fatta per salite e discese su sentieri, sterrati, terreni sconnessi. Costosa e leggera, non sostituisce però una gamba allenata. Non cedete, quindi, troppo presto alle lusinghe di bici ultratecnologiche e super ammortizzate: per iniziare una bici mono-ammortizzata va bene, ma evitate cambi entry level perché in montagna sono sottoposti a sollecitazioni notevoli.
3) A scatto fisso (single speed): nate a New York, quando i bike messengers (atletici universitari o sottoproletari arrabbiati) hanno cominciato a togliere pezzi dalle loro bici, fanno leva su due semplici equazioni: meno pezzi = meno peso e meno pezzi = meno guasti. É una bici simile a quella che usano alle Olimpiadi i pistard, cioè i velocisti da pista. Quindi vecchio telaio di acciaio da corsa, due ruote, un sellino, due pedali e un manubrio. Niente freni, niente cambio (ecco perché si chiamano single speed), niente luci né parafanghi. La pedalata è «fissata» alla ruota posteriore (da qui l’altro nome usuale: fixed), nel senso che non c’è il meccanismo della ruota libera.
4) Bici pieghevole: super cool, ultra costose, sono veri capolavori di ingegneria meccanica: si aprono e chiudono in venti secondi. Ultrasottili e maneggevoli, sono perfette da infilare nel bagagliaio o da caricare in treno, risolvono alla radice anche il problema dei furti. Intorno alle marche migliori (Brompton, inglese, e Daheon, americana), è un continuo fiorire di accessori (cestino, carrellino, etc.).
5) Bici da corsa: i telai delle bici da corsa possono essere di diversi tipi: indistruttibile e dalle grandi prestazioni l’acciaio; confortevole anche su terreni accidentati e, oggi, con un ottimo rapporto performance/prezzo il carbonio; economico, ma poco confortevole sulle lunghe distanze l’alluminio. Il TP (Telaio Perfetto) però è in titanio: racchiude in sé le caratteristiche migliori di tutti i materiali, potenziandole, e costa uno sproposito. Il budget di spesa raccomandato è compreso fra i 600 e gli 800 euro.
6) A pedalata assistita (e-bike): non abitate in pianura e non potete evitare salite più o meno lunghe e più o meno ripide? Vi piacerebbe muovervi in bici, ma la forma fisica lascia a desiderare? La risposta alle vostre esigenze è la e-bike, la bici a pedalata assistita dotata di un piccolo motore elettrico. Come funzionano? Le caratteristiche essenziali sono, ovviamente, il motore elettrico e le pile, le migliori delle quali sono oggi quelle al litio, che si caricano in due ore e mezzo a una normale presa di corrente casalinga e assicurano un’autonomia dai 40 ai 150 chilometri. Il consiglio in più: è possibile scegliere se comprare una bici a pedalata assistita già nata come tale, oppure aggiungere il kit a una bici «tradizionale», con costi che non superano i 500 euro.
Manutenzione “Smart”: dai copertoni imperforabili alle luci a induzione magnetica
Forare una delle ruote è uno dei peggiori incubi del ciclista, un incidente che colpisce sempre nei momenti sbagliati o peggio, quando si sta vivendo la giornata perfetta. Come prevenire questo tragico evento? Scegliendo i copertoni imperforabili. Con un costo superiore di circa il 30 percento, cambierete la vostra vita per sempre.
E se non volete che vi rubino la bici, c’è una regola elementare: comprate un catenaccio “serio”, affidabile, che un ladro non può rompere se non con l’ausilio di strumenti troppo ingombranti da u­sare in strada. Infine, anche la scelta delle luci è molto importante. Quelle con la classica dinamo si rompono facil­mente, e in più funzionano solo quando siete in movimento. I led asportabili spesso sono (appun­to) asportati dai ladruncoli, mentre le pile, che costano un bot­to, si consumano in fretta. Le migliori sono sicuramente le luci a indu­zione magnetica: si montano sul mozzo di ciascuna ruota e funzionano grazie al magnete che si fissa su un raggio della ruota, e con il suo movimento gene­ra una corrente elettrica. Dunque sono sempre ac­cese mentre si pedala; non si possono rubare (a meno di smontare la bicicletta); sono robustissime. Inoltre, non hanno pile e quindi sono eco­logiche ed economiche.
Un aiuto per soddisfare le richieste degli appassionati delle due ruote, che faccia anche incontrare domanda e offerta di privati, arriva da Xtribe (https://www.xtribe.com/), una app che consente alle persone e ai di vendere, noleggiare e barattare i prodotti e i servizi disponibili nelle immediate vicinanze. Il noleggio e il baratto, come "forme di pagamento alternative" alla vendita, non solo si traducono in un vantaggio per il portafoglio ma anche in un impatto sociale ed ambientale positivo.  Finalizzando gli affari nei pressi della propria abitazione, infatti, i quartieri vengono rimessi al centro delle città e delle relazioni sociali, e riducendo gli spostamenti si evitano emissioni di CO2. Inoltre lo scambio tra privati allunga la vita degli oggetti e questa dinamica, moltiplicata per migliaia di utenti, può avere un impatto tangibile sull’ambiente.

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