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Teen

Dad o Did? Forza ragazzi "non è un anno perso"

La prof Tancredi scrive: "non si studia per un voto ma per se stessi, siate come universitari al liceo"

Protesta anti dad a Torino © ANSA
  • Redazione ANSA
  • ROMA
  • 10 gennaio 2021
  • 20:11

"Cari ragazzi, non è un anno sprecato. Non piangiamoci addosso! Basta fare le vittime! Chi si lamenta ha sempre ottenuto un solo risultato: la lagna. Siate più capaci di chi dovrebbe e non sa decidere per voi. Siate scaltri. Fatevi furbi! Non credete a chi dice che questo è un anno perso, che non vale niente. Dimostrate il contrario: di saper far tesoro dal poco. E tra l'altro non scoprireste nulla di nuovo: 'per aspera ad astra' (attraverso le asperità alle stelle) non sono parole di oggi". Lancia un messaggio di incoraggiamento ai propri studenti, costretti da molti mesi alla didattica a distanza o alla Didattica digitale integrata, Nicoletta Tancredi, giovane insegnante di latino e greco in un liceo campano e mamma di tre bambine.
La Did con diverse modalità organizzative prevede alternanza tra presenza e distanza, classi in aula solo in alcuni giorni, mentre la Dad vede tutti gli studenti a casa e i professori collegati a fare lezioni on line. Tra i giovani si discute cosa è meglio tra Did o Dad, tenendo conto che la situazione è obiettivamente eccezionale, che fin quando la vaccinazione anti covid non avrà raggiunto tutta la popolazione il rischio contagio resterà comunque. E' chiaro che frequentare i propri compagni e partecipare dal vivo alle lezioni è la cosa preferibile.
Intanto, l'11 gennaio restano in Dad più di 3,6 milioni di alunni, pari al 43% sul totale dei circa 8,5 milioni di allievi della scuola italiana. Solo in tre regioni scuole secondarie aperte - Valle d'Aosta, Toscana e Abruzzo - ma gli studenti non vogliono rassegnarsi a restare fuori e continuano il pressing per tornare in classe, in presenza. Priorità alla scuola' - il comitato che raggruppa ragazzi, genitori e docenti 'no-dad' - è tornato a mobilitarsi e a chiedere vaccini subito per i prof e screening sanitario per tutta la comunità scolastica. Specialmente i ragazzi degli istituti superiori, i più penalizzati dalla pandemia, non ne possono più di rinvii e promesse non mantenute. Per questo, almeno nelle maggiori città, la Rete degli studenti ha organizzato per lunedì 11 gennaio assemblee e lezioni alternative fuori gli istituti scolastici (a Roma dal liceo Cavour all'Albertelli).

    "Rimbalzate al mittente l'ansia dei Dpcm e delle ordinanze da ultim'ora, con tutta l'energia della vostra età. Rispondete con ottimismo. Sfidate voi stessi di riuscire ad imparare in qualsiasi circostanza. Condite i vostri pensieri di entusiasmo.    Sognate la più bella delle prospettive e nutrite il vostro sogno: la realtà si cambia immaginandola", scrive ancora la docente.
    "Vi ritrovate a fare gli studenti universitari al liceo.    Siete soli, se i vostri parenti sono così intelligenti da non volersi sostituire a voi. Non ci sono i prof che girano tra i banchi, mentre fate un compito in classe, a farvi domande senza che possiate disattivare il microfono, o sparire dietro l'iniziale del vostro cognome sul desk. E' il momento - è l'esortazione della professoressa - di intendere quello che i vostri insegnanti vi hanno sempre detto e che poteva sembrare retorico: non si studia per un voto, ma per sé stessi. Siete costretti all'autodisciplina, all'impegno deciso da voi. E dovete essere ancora più bravi che in classe, perché non sempre i docenti riescono a motivarvi a distanza. Non sempre gli atteggiamenti del vostro corpo, il cosiddetto linguaggio non verbale, è visibile in una videochiamata. Siete soli, ma con l'appoggio motivazionale dei vostri parenti, se si rendono conto che, in questo e solo in questo, devono coadiuvare gli insegnanti, dice ancora la professoressa ai suoi allievi".
    "E poi è così facile 'imbrogliare' che non c'è neanche lo sfizio di farlo! - ragiona l'insegnante - Se ci riuscite, nulla di straordinario. Solo banale, oltre che vile, simulare difficoltà di connessione. Teniamoci pronti in ogni caso: a tornare in classe, con altissimo senso di responsabilità e rispetto per le normative anti-Covid, oppure a restare a casa, per quanto si possa essere stanchi e demotivati. Avete tutte le ragioni del mondo: vi manca la vita sociale, dei sorrisi, delle pacche sulla spalle, degli abbracci. Ma questo vi è toccato di vivere. Stringete i denti! Sentitevi, parlate, non abbandonatevi! E' l'occasione di fare i conti con chi volete essere davvero nella vita. Concentratevi sullo studio! Quale migliore occasione? Fissate come obiettivo il sapere. E puntate a quello. Sappiamoci adattare! E i prof., quelli meno 'tecnologici', aiutateli! Fate vedere loro quante cose sapete e si possono fare online. E avrete tirato dalla vostra, nel vostro mondo, i docenti: e quando vi ricapita?". 

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