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Gioie e dolori della vita ibrida, tra casa e lavoro come siamo diventati (forse) maestri di flessibilità

Gioie e dolori della vita ibrida, tra casa e lavoro come siamo diventati (forse) maestri di flessibilità

Ricerca europea, equilibristi tra smart working e presenza. 5 consigli per evitare l'always on

19 dicembre 2021, 17:00

di A.M.

ANSACheck

Una donna collegata al pc dal giardino della abitazione foto iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA

Una donna collegata al pc dal giardino della abitazione foto iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA
Una donna collegata al pc dal giardino della abitazione foto iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA

Hybrid Living Futures, una ricerca paneuropea scatta una fotografia su come i cittadini europei si siano adattati a uno stile di vita sempre più ibrido - dove fisico e virtuale sono sempre più integrati sia nella vita professionale sia nella vita privata - e sull’impatto di questa nuova modalità di vita sul futuro delle abitazioni e dei luoghi di lavoro.
Lo studio, sviluppato da Samsung in collaborazione con The Future Laboratory, che ha coinvolto oltre 14.000 persone in tutta Europa, inclusa l’Italia, rivela che i modelli convenzionali di vita personale e lavorativa sono ormai superati. Emerge, infatti, una forza lavoro più agile, spinta dal desiderio di turni più flessibili, giornate lavorative più brevi e orari concentrati, che colma il vuoto lasciato dalla giornata lavorativa tradizionale. Esperti in flessibilità, i lavoratori sfruttano tutti i momenti a loro disposizione, riprendendo il controllo dopo un periodo in cui hanno sperimentato e provato nuove modalità di lavoro per dettare i propri ritmi e routine. L’86% dei soggetti che hanno adottato uno stile di vita ibrido non desidera più il modello lavorativo tradizionale basato sugli orari. Percentuale in linea anche in Italia (83%), con un 17% che invece vorrebbe tornare all’orario tradizionale 9-18. La percentuale di coloro che preferiscono attenersi agli orari tradizionali crolla al minimo in Germania (7%), Svezia (11%) e Polonia (12%).
Meik Wiking, fondatore e CEO di The Happiness Institute, spiega: “Man mano che la flessibilità entra nelle nostre vite e i confini con il “presenteismo” si fanno sfocati e non ben definiti, le persone cercano una guida per trovare il giusto equilibrio tra produttività e benessere in un momento in cui lo stile di vita ibrido fa emergere una serie di sfide”.
Vita ibrida da una parte, pericolo dell’always-on dall’altra
Oltre la metà degli intervistati italiani, il 55%, dichiara che grazie a uno stile di vita ibrido ha visto un incremento del numero di ore di tempo libero dal lavoro, dedicate alla famiglia nel 47% dei casi e per il 43% trascorse facendo esercizio fisico. Il nuovo stile di vita ha permesso, inoltre, di migliorare sensibilmente la qualità di alcuni aspetti della quotidianità, tra cui il tempo passato con la famiglia, i momenti di relax e la produttività.
Per adattarsi alla vita ibrida, quattro italiani su cinque hanno provveduto a fare miglioramenti nelle proprie case, o pianificano di farli, per abbracciare al meglio tutto ciò che la nuova quotidianità ci richiede. Per adattarsi ai cambiamenti in corso, la tecnologia si è rivelata sicuramente un ottimo alleato. Per sette italiani su dieci, infatti, la tecnologia li ha aiutati ad adattarsi alla nuova routine.
Passare più tempo a casa ha trasformato i lavoratori europei in equilibristi poiché sono stati chiamati a compiere vere e proprie acrobazie nella gestione del lavoro e della casa (30%). In Grecia e in Italia sono rispettivamente il 41% e il 40% i lavoratori che si trovano a destreggiarsi tra casa e lavoro in contemporanea. In Francia e in Danimarca, invece, la percentuale di chi sostiene di dover gestire questi doveri in parallelo è rispettivamente il 36% e il 35%, considerando che i francesi sono al secondo posto tra coloro che hanno ricevuto sostegno dal proprio datore di lavoro per favorire la separazione tra vita personale e vita professionale, grazie a iniziative che vanno dal sollecito alla disconnessione alla messa a disposizione di tecnologia portatile, mentre i danesi sono al primo posto nell’aver creato nuovi spazi nell’ambito domestico per rispettare i confini.
Se da un lato, però, a livello europeo gli intervistati hanno mostrato grande maestria nell’arte dello stile di vita ibrido, dall’altro uno su cinque (18%) fatica a staccare dal lavoro e oltre un quarto (26%) ha l’impressione di lavorare ininterrottamente o fino a tardi la sera, mentre c’è un 41% di persone che utilizza il tempo risparmiato sui viaggi per svolgere le faccende di casa. In Italia, tra i detrattori del lavoro agile (l’11% degli intervistati), il 51% dichiara come questa nuova modalità incentivi la cultura dell’”always on” (il sempre accesi/disponibili/connessi).
Uno sguardo al futuro
Per far fronte alle pressioni esercitate dalla cultura dell’always on, circa tre lavoratori europei su cinque (57%) sono ancora alla ricerca di un modo per stabilire un confine tra la propria vita personale e quella professionale; questo dato sale a tre quarti (74%) se si considerano i lavoratori spagnoli e scende invece a poco più di due su cinque (46%) nel Regno Unito. In linea la percentuale italiana, che si attesta al 56% del totale. La tecnologia smart sta cercando di colmare questo divario e creare connessioni laddove non ce n’erano. La ricerca dimostra che le nuove tecnologie hanno aiutato il 65% dei lavoratori in Europa ad adattarsi alle nuove routine, percentuale che sale al 72% in Italia, mentre più della metà (51% in Europa vs. 53% in Italia) ha dichiarato di ricorrere alla tecnologia per stabilire nuovi confini e riprendere il controllo sulla propria vita. Tuttavia, nonostante questi sforzi, l’83% dei lavoratori europei (84% in Italia) è ancora alla ricerca di una tecnologia più efficace e di maggiore supporto da parte del datore di lavoro per la gestione di questa nuova modalità di vita e lavoro.
Il rapporto rivela inoltre l’importanza delle nostre abitazioni nel percorso di adattamento allo stile di vita ibrido e nel rispetto dei confini. L’80% degli Italiani (vs. 66% degli Europei) ha apportato migliorie all’interno delle proprie abitazioni, o le stanno pianificando, per agevolare lo stile di vita ibrido; il 42% (vs. 48% degli europei) ha addirittura creato nuovi spazi in casa per adattarla a uno stile di vita più ibrido e infine il 44% (vs. 41% degli Europei) ha deciso di traslocare, scegliendo un immobile più adeguato alle esigenze di questo nuovo stile di vita.
Benjamin Braun, Chief Marketing Officer di Samsung Europe, commenta: “Il rapporto evidenzia che ora i lavoratori si sentono autorizzati a mettere in primo piano le proprie esigenze. La pandemia ha accentuato la nostra dipendenza dalla tecnologia per svolgere attività che fino a poco tempo fa erano analogiche e ora che il “presenteismo” è diventato fuori moda, i datori di lavoro devono riflettere con attenzione su come soddisfare le richieste per uno stile di vita più ibrido”.
Meik Wiking, CEO di The Happiness Research Institute, aggiunge: “La tecnologia smart ha aiutato gli europei a destreggiarsi tra vita personale e vita professionale, tanto che uno su cinque utilizza già l’Internet of Things e i dispositivi smart, tuttavia ci sono ancora ampi margini di miglioramento. In prospettiva, è probabile che la tecnologia assuma il compito di monitorare non solo il nostro benessere fisico, ma anche la nostra salute mentale e la nostra felicità, e che i dispositivi smart diventino i nostri ‘assistenti del benessere.” 

A tutti quei lavoratori che desiderano stabilire confini più solidi tra la vita domestica e quella lavorativa e vorrebbero gestire meglio lo stile di vita ibrido, Meik offre una serie di consigli utili.

1. Il “brain brushing” bhutanese
Il Bhutan è famoso per l’attenzione che viene data alla Felicità Interna Lorda. Se quindi desideriamo una routine lavorativa più felice, dovremmo copiare la pratica del brain brushing. Si tratta di un breve e semplice esercizio di mindfulness con cui gli studenti iniziano e terminano le giornate a scuola in Bhutan, durante il quale, restando in silenzio, ci si concentra sulla propria respirazione per cinque minuti e si individuano semplici modalità per staccare dal costante brusio del lavoro. Quando avete finito di lavorare, liberatevi di computer e relativi accessori: mentre riposate, infatti, il cervello non deve ricordarvi tutti i vostri impegni.
2. Amici a pranzo per scacciare la solitudine come in Francia
Lavorare da casa può far sentire soli in alcuni casi, quindi è bene seguire una pratica per i pasti suggerita dai francesi: mangiate in compagnia di altre persone. Invitate i vicini da voi per pranzo il venerdì o programmate un pranzo virtuale con un amico o un’amica che vi ripromettevate di vedere da mesi. Un pranzo in compagnia sicuramente risolleva l’umore e il morale. Lo stesso accade quando si programmano le attività e gli appuntamenti in modo tale da sapere esattamente cosa si è fatto in una determinata settimana, mantenendo nitidi i confini tra lavoro e vita privata.
3. I confini? Stabiliteli voi!
Se siete un manager o un imprenditore, date il buon esempio stabilendo i dovuti confini sul posto di lavoro. Lo si può fare in diversi modi, tramite per esempio un cartello virtuale con la scritta “Non disturbare”. Anche lavorando da casa si può essere interrotti da telefonate, riunioni su Zoom, e-mail e notifiche inutili. Pensate di riuscire a comprimere attività complesse che richiedono la vostra massima concentrazione nei 17 minuti che intercorrono tra la risposta a una serie di messaggi perditempo e la successiva riunione su Zoom? Difficile. Sollecitate piuttosto i dipendenti a prendersi del tempo di quando in quando per tenere lontano il rumore. Anche se siete un dipendente, potete comunque fissare dei confini. Aggiungete una riga alla firma delle mail per ricordare che non è necessario inviare una risposta immediata al messaggio, considerato che ciascuno lavora secondo orari diversi. Per esempio, se inviate un messaggio di posta elettronica alle 21, ora locale del destinatario, non dovete sorprendervi se la risposta arriva a distanza di 12 ore. Anche in casa, delimitate il vostro spazio di lavoro in modo che chi vive con voi ne sia consapevole e sappia quando non volete essere disturbati.
4. Fate come gli olandesi
C’è un detto in Olanda secondo cui è meglio avere un buon vicino che un amico lontano. Le persone trovano più piacevole vivere in contesti di vicinato coinvolto regolarmente in determinate attività. Quindi, poiché trascorriamo più tempo a casa, potremmo imitare gli olandesi celebrando la “Giornata del buon vicinato” e interagendo maggiormente con le nostre comunità locali. Gli olandesi hanno ideato la Giornata del buon vicinato per riunire le persone del luogo, scambiarsi reciprocamente gentilezze, condividere il cibo, giocare e fare conoscenza. Grazie alla miriade di dispositivi connessi, oggi è possibile ricreare le medesime condizioni organizzando un caffè su una piattaforma video, ordinando cibo da condividere o guardando un film insieme.
5. Immergetevi nella natura mediante la pratica giapponese dello Shinrin-yoku
Allo stile di vita ibrido è associata l’opportunità di lavorare da qualsiasi luogo, un ottimo modo per aumentare i livelli di felicità. Un dato costante che emerge dalle ricerche sul benessere dimostra che le persone si sentono più felici quando sono a contatto con la natura. La pratica giapponese dello Shinrin-yoku, che letteralmente significa “bagno nella foresta”, prevede l’immersione totale nei panorami, nei profumi e nei suoni di un ambiente naturale per promuovere il proprio benessere. Andate in ufficio a piedi e lasciatevi conquistare dal mondo che vi circonda, programmate sedute di meditazione guardando fuori dalla finestra, prendetevi delle pause e passeggiate intorno all’isolato lasciandovi compenetrare da quanto vi circonda. Ma accertatevi di aver messo il cellulare in modalità silenziosa per evitare interruzioni.

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