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Violenza donne, una campagna contro i troppi 'se l'è cercata'

Violenza donne, una campagna contro i troppi 'se l'è cercata'

Campagna sensibilizzazione la violenza di genere è reale e mediatica

MILANO, 24 novembre 2020, 20:01

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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 "Era in giro da sola", "Era senza segni evidenti di violenza", "Lo ha provocato": sono alcune delle frasi più ricorrenti usate così spesso per negare o minimizzare una violenza subita da una donna. Questi 'luoghi comuni', che aggiungono così altra violenza a quella già subita, da alcuni giorni compaiono sulle maniglie delle auto o all'interno di quei negozi ancora aperti nonostante le restrizioni, su cartoncini rossi del tipo di quelli che in albergo chiedono di 'Non disturbare'.
    E' la campagna di sensibilizzazione TULOSAI, lanciata in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne che il mondo celebra il 25 novembre. La campagna, che sui social corre già molto veloce, nasce da un'idea del team di Ratio Studio, un'agenzia di marketing e comunicazione, insieme con consulenti di genere, e viene portata avanti a Napoli, Milano, Roma, Caserta, e nelle principali piazze d'Italia.
    "L'obiettivo che ci siamo posti- spiega Francesca Caruso di Ratio Studio - è quello di sottolineare quanto la violenza di genere appartenga sia al contesto reale sia a quello mediatico: in seguito alle morti per femminicidio, le donne subiscono un linciaggio mediatico equiparabile alla violenza subita. È noto quanto la trasposizione giornalistica dei femminicidi non sia aderente alla realtà: i principali soggetti delle news sono donne molto giovani a differenza dei dati Istat (la fascia più colpita va dai 35 ai 60 anni); i responsabili sono per l'80% conosciuti dalle vittime a differenza della notiziabilità che evidenzia una presenza di "male oscuro" (stranger danger) che viene dal contesto esterno oltre a sottolineare aspetti della vicenda atti quasi a far ricadere la colpa sempre sui soggetti femminili con una costante deresponsabilizzazione degli autori della violenza" Da questo contesto nasce la necessità di sottolineare la parola "LEI" in maiuscolo per evidenziare la pericolosità del "victim blaming" (doppia vittimizzazione); ovvero la colpevolizzazione delle donne come causa principale della loro morte. La campagna trova spiegazioni e risposte sul sito www.tulosai.it, dove viene stilato un elenco di dati riportati da Istat ed Eurostat sulle morti per femminicidio, 56 durante il primo lockdown, una ogni due giorni: la violenza sulle donne, viene spiegato non è, la gelosia, non è il raptus, non è il vestito troppo corto: è la legge del possesso e l'esercizio del potere dell'uomo sulla donna. "La violenza sulle donne è un problema che riguarda anche te - si legge - e se sei arrivato fin qui è perché forse anche #tulosai!" 
   

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