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Boom dei ready to drink, i cocktail (semi) pronti sono di tendenza

Boom dei ready to drink, i cocktail (semi) pronti sono di tendenza

Apericena o predinner, così la mixology alcolica o alcool free è alla portata di tutti

06 maggio 2021, 16:00

(di Agnese Ferrara)

ANSACheck

La preparazione di un cocktail foto iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA

La preparazione di un cocktail foto iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA
La preparazione di un cocktail foto iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA

I classici Martini, Negroni e Americano, fra i pre-dinner più gettonati. Bloody Mary e Cuba Libre fra i long drink più noti. Poi i cocktail originali firmati dai mixologist più rinomati o dalle micro distillerie italiane dove si usano solo ingredienti locali. Il mondo dell’aperitivo e del beverage sta cambiano perché le bevande più rinomate e cool (e difficili da rifare a casa) sono disponibili nella versione ‘pronte da bere’, ready to drink. Venduti già miscelati in bottigliette o bustine pre-dosate per uno o (meglio) due bicchieri, i cocktail classici e d'autore ora si comprano online e arrivano direttamente al domicilio. Ai drink basta aggiungere qualche cubetto di ghiaccio, una scorza d’arancia o limone, un’oliva oppure (per i long drink) condirli aggiungendo dove serve gambi di sedano, succo di pomodoro e così via.
Il rito dei cocktail è uscito dai bar per essere condiviso a casa, in giardino, in terrazza o a spasso per la città o nel parco. Le regole di prudenza nate con la pandemia hanno accelerato un trend già in atto, che vede coinvolte non solo le multinazionali del beverage ma anche piccole distillerie e giovani start-up . Cambia anche il consumo di bevande analcoliche amate da tutta la famiglia con nuove formule di succhi concentrati delle proprie bibite preferite da miscelare con l’acqua frizzante preparata da sé con i gasatori domestici, nuovi elettrodomestici che hanno preso posto nelle nostre case soprattutto nell’ultimo anno di pandemia.
“La chiave del successo di questa formula non è da ricercare unicamente nella difficoltà nel rifare da soli quello che prima si consumava nel proprio cocktail bar preferito ma anche nel diffondersi di una nuova modalità di fruizione del tempo libero, davvero “liberato” da vecchi paradigmi, - spiegano gli esperti del cocktail originale ‘London Dry Gin’ della micro distilleria Peter in Florence, che produce gin toscano all’interno dell’eco-resort Podere Castellare, sulle colline fiorentine a Pelago. Sono tre i cocktail pre-mixed (Martini, Martinez e Negroni) in bottiglietta. Senza conservanti, additivi o coloranti chimici, sono stati miscelati sulla ricetta del master distiller Stefano Cicalese.
Anche Mattia Pastori, rinomato mixologist e imprenditore firma nuovi drink pronti miscelati con ingredienti locali, anche analcolici o a bassa gradazione disponibili anche nel box ‘ready to drink’ (che include anche snack salati e una colonna sonora per accompagnare l’esperienza) su www.nonsolococktails.com “per concludere una cena tra amici in terrazza, ad esempio” spiega Pastori.
Dalla nuova abitudine di bere drink fuori dai bar, in versione ‘a passeggio’ , è nata anche la start-up italiana NIO Cocktails (con il gruppo Bibite Sanpellegrino) dedicata alla miscelazione artigianale di cocktail firmati dal mixologist romano Patrick Pistolesi, rinomato a livello internazionale. Per la primavera la start-up propone speciali box contenenti drink pronti freschi, colorati e dalla base floreale che si acquistano anche sul sito www.nio-cocktails.com.
Anche i consumatori delle classiche bevande analcoliche subiscono il fascino della miscelazione casalinga e si moltiplica l'offerta di 'concentrati' per fare a casa le classiche cola, aranciate, gazzose, toniche o chinotti. Punta infatti al vasto mercato delle bevande per tutta la famiglia la company SodaStream International Ltd., specializzata in gasatori domestici e facente parte del Gruppo PepsiCo con nuovi succhi concentrati di bevande da miscelare (con una ricarica di concentrato da 440 ml si possono preparare fino a 9 litri di bevande come Pepsi, Pepsi Max, 7 up, 7 up Free, Mirinda, Mirinda Zero). Dopo il successo avuto in Norvegia, Svezia, Germania e Francia, è la volta del mercato italiano, si legge in una recente nota del brand.

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