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Il tappeto del tè viaggiante, il rito cinese in giro per l'Italia

Il tappeto del tè viaggiante, il rito cinese in giro per l'Italia

Il tempo è sospeso, armonia e pace interiore

21 agosto 2020, 01:05

di Agnese Malatesta

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Foglie di tè ed acqua calda, gesti calmi ed attesa: il rito del tè, nel rispetto della tradizione orientale, richiama all’armonia e alla pace interiore. Un rito sociale, da condividere. “E’ un’arte della convivialità, è Teart” precisa WuDi, 33/enne cinese, in Italia da dieci anni, che ha ideato ‘Il tappeto del te’ viaggiante’, luogo di incontri di piccoli gruppi dove la bevanda è il mezzo per ‘percepirsi’ e ‘comunicare’, per meditare. E con il tè gira il nostro Paese, WuDi – giunta a Roma per motivi di studio, ha frequentato l’Accademia delle Belle Arti dove si è specializzata nel 2013, e dove è rimasta per aver sposato un italiano – proponendo l’esperienza di spiccato senso orientale.
L’idea del ‘tappeto’, nata qualche anno fa e poi abbandonata per un po' per motivi personali, ora è ripresa con piglio più deciso dopo il lockdown. “Per me – dice WuDi che è traduttrice, interprete e accompagnatrice culturale – il rito del tè non è solo un simbolo culturale ma un mezzo che può offrire alle persone, in particolare in occidente, nuovi strumenti per affrontare problemi. Sono partita con l’idea di far incontrare cittadini italiani con la bellezza della cultura cinese proprio attraverso la conoscenza del tè. Un modo per creare un dialogo unico tra la filosofia cinese, in cui ritrovo la mia origine, e la spiritualità locale”. WuDi va dove la invitano (ora si trova in Sicilia; il mese scorso è stata in Toscana); se l’invito viene da amici gli incontri sono gratuiti.
Ogni ‘tappeto’ ha un tema, cambia di volta in volta. E cambiando le persone, oltre che i luoghi, l’incontro è sempre unico. Ogni partecipante può portare un oggetto personale, qualcosa di sé, un lavoro artistico. Può essere una poesia, un pezzo di stoffa, una foto: “Decido poi sul momento come integrare questi oggetti con la degustazione, con la riflessione e la meditazione”. All’inizio WuDi espone il tema dell’incontro e la storia del tè; segue la degustazione guidata che “permette una tranquillità interiore, osservando quello che accade intorno”. L’incontro – spiega ancora la donna - termina con una meditazione improvvisata sulla base degli oggetti, del luogo, della partecipazione delle persone. Infatti, chi vuole può condividere le sensazioni provate ”.
Nel rito del tè, il tempo è sospeso. C’è un’attesa inconsueta: “La teiera e la tazza incantano nel silenzio della cerimonia. Nel rito del tè non conta solo la bevanda, ma la scelta delle foglie, dell’acqua, degli attrezzi. Si entra in un linguaggio di comunicazione e di convivialità, di condivisione. E’ una ricerca che faccio da tempo – aggiunge WuDi - che integra l’arte orientale, il movimento corporeo e la meditazione alla pratica del tè. Si sceglie il silenzio al linguaggio verbale”. In un libro, chi vuole, può lasciare le proprie e​mozioni, testimonianze di nuove avventure interiori.

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