E' una sfilata da Guinness quella
di Diesel, che porta al centro della passerella la scultura
gonfiabile più grande del mondo e sugli spalti dell'Allianz
Cloud Arena di Milano quasi 5.000 persone tra dipendenti,
studenti, addetti ai lavori e persone che si erano prenotate
online.
Al centro della collezione, la sperimentazione sul denim
portata avanti da Glenn Martens. "Volevo aprire Diesel al
pubblico, alle persone che - dice il direttore creativo del
brand del gruppo Otb - potrebbero non essere mai state a una
sfilata prima d'ora. Si meritano uno spettacolo, cosi abbiamo
battuto il record per la più grande scultura gonfiabile al
mondo". E forse anche quello per i trattamenti più radicali sul
denim, che diventa un abito devoré tessendo la tela su una base
trasparente, si fa maglia, viene ricamato grossolanamente con
uno strato di tulle e poi stracciato. Altri denim invece sono
stati uniti ad uno strato di cotone e in seguito sottoposti a un
lavaggio acido, rivelando ancora una volta il tessuto. Sono
state anche fatte scansioni di denim consumato per creare
stampe trompe-l'oeil, mentre molti capi sono rifiniti con denim
grezzo, i pantaloni da lavoro con maxitasche sono solarizzati e
altri plastificati. Se alcuni pezzi artigianali in denim sono
tagliati e consumati come se il denim venisse trasformato in
pelliccia, un cappotto in particolare è composto interamente da
oltre 15.000 etichette Diesel invecchiate e spazzolate.
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