di Gianfranco Piccoli
"Quando li abbiamo
portati a Caldes, a marzo dello scorso anno, non si facevano
neppure avvicinare. Oggi vanno a passeggio con i bambini".
Donkey, Rangi, Olmo e Sergio sono quattro asini sardi, finiti
all'asta dopo essere stati posti sotto sequestro in Emilia
Romagna. Un destino incerto, il loro, sino a quando non sono
stati acquistati da due sorelle di Caldes, Alessia ed Elisabetta
Tomazzolli, 45 e 40 anni, geometra la prima, sociologa la
seconda con una specializzazione in Scienze della formazione.
In testa una "pazza" idea, quella di avviare un'attività di
trekking con gli asini negli scenari della val di Sole, in
Trentino. "Ma quando sono arrivati a casa nostra - spiega
Alessia - ci siamo resi conti che erano inavvicinabili: uno di
loro, il più piccolo, se provavi ad accarezzarlo addirittura si
piegava spaventato". I segni evidenti dei maltrattamenti
ricevuti negli anni precedenti e un rapporto con gli esseri
umani che sembrava impossibile da ricostruire per animali
solitamente mansueti e sensibili. "A quel punto era per noi
evidente che il progetto trekking non avrebbe avuto un futuro,
non sapevamo come comportarci". Che fare? Le due sorelle si sono
rivolte al Ranch Margherita, a Cavriglia (Arezzo), un centro di
rivalutazione di asini e muli. È qui che Alessia ed Elisabetta
hanno preso il patentino di Tecnico di primo livello
nell'attività con gli asini, una qualifica riconosciuta dal
Coni. E qui comincia un'altra storia, che ha permesso alle due
sorelle, giorno dopo giorno, di ricostruire un rapporto di
fiducia con i quattro animali, che oggi accompagnano grandi e
soprattutto piccini in lunghe escursioni sui percorsi della val
di Sole. "Adesso Donkey, Rangi, Olmo e Sergio hanno capito che
gli esseri umani non costituiscono per loro un pericolo. Si
fanno portare anche dai bambini, con i quali possono avere un
contatto faccia a faccia: gli asini, infatti, sono molto bassi,
hanno il garrese ad appena un metro".
L'obiettivo delle due sorelle, che hanno battezzato la loro
attività "Ritmo d'Asino", è di poter attivare in un futuro non
lontano anche l'onoterapia, il ramo della pet therapy che
utilizza appunto gli asini: "Per ora non possiamo fare
interventi assistiti, non abbiamo l'abilitazione, anche se già
adesso alle nostre attività partecipano persone diversamente
abili. Ma il nostro sogno - spiega ancora Alessia - è di
lavorare con le associazioni e, quando la pandemia lo
permetterà, di collaborare con le case di riposo, avviando anche
un percorso di recupero della memoria, visto che gli asini fanno
parte della storia di moltissimi anziani della valle".
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