"L'indagine condotta
dall'Osservatorio dei conti pubblici guidato da Carlo Cottarelli
sulle ore effettive di lavoro dei docenti italiani conferma
quanto denunciamo da tempo, e cioè che il lavoro sommerso degli
insegnanti si è allargato a dismisura non solo per le lezioni da
preparare e le verifiche da correggere, ma anche per tutto il
carico di incombenze burocratiche di carattere perlopiù
impiegatizio che nulla hanno a che fare con l'attività
didattica. Uno sfruttamento diventato inaccettabile". Ad
affermarlo è Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda
degli Insegnanti.
"Sugli insegnanti italiani ancora resiste da parte di qualcuno
un antico pregiudizio, legato al passato, secondo cui, rispetto
ad altre categorie, godrebbero di un orario di lavoro
vantaggioso e di tre mesi di ferie l'anno. La realtà è ben
diversa ed è sotto gli occhi di tutti. I docenti chiedono,
giustamente, che il loro impegno extra orario ufficiale ottenga
un riconoscimento economico e contrattale. Un obiettivo -
sottolinea Di Meglio - che può essere raggiunto soltanto
investendo adeguate risorse. Le retribuzioni dei nostri
insegnanti sono tra le più basse dei paesi sviluppati e non
reggono affatto il confronto con il resto d'Europa. Basta
considerare il caso della Germania, dove l'orario di servizio
dei docenti è generalmente composto da 22 ore di 45 minuti, ma
lo stipendio è il doppio rispetto a quello dei colleghi italiani
le cui ore di lezione variano da 18 a 25 ore, a seconda
dell'ordine di scuola, e vanno dai 60 ai 50 minuti".
"Il contratto nazionale di lavoro è scaduto da tre anni ma
ancora non c'è traccia dell'atto di indirizzo all'Aran per
l'apertura del tavolo negoziale. Intanto gli stipendi sono al
palo e la pazienza degli insegnanti, che scontano un enorme
divario retributivo con gli altri dipendenti pubblici, è ormai
al capolinea".
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