Libera é stata ammessa come
parte civile nel maxiprocesso contro la 'ndrangheta "Rinascita
Scott", in corso nell'aula bunker di Lamezia Terme.
"Si tratta di una notizia importante - commenta, in una nota,
l'associazione antimafia - rispetto al grande impegno svolto da
Libera svolto sul territorio vibonese e calabrese. Un'attività
costante che trova la sua continuità anche dentro le aule dei
tribunali.
Dal febbraio del 2011, sono decine i processi in tutta Italia,
dal nord al sud, che vedono Libera parte civile contro i boss.
In particolare, in Calabria, oltre in Rinascita Scott, Libera si
è costituita parte civile in importantissimi processi contro la
'ndrangheta. Fin dalla sua nascita, Libera ha sempre
accompagnato i familiari delle vittime innocenti delle mafie ed
i testimoni di giustizia nel faticoso cammino di ricerca della
verità processuale. Ma tutto ciò non bastava. Si poneva un passo
ulteriore, quello di andare dai mafiosi e chiedere loro
direttamente conto del danno che arrecano alla società civile ed
alla legalità".
"La costituzione di parte civile di Libera, oltre
all'importante aspetto giuridico - prosegue la nota - assume un
forte valore educativo. La piena consapevolezza da parte dei
cittadini dell'enorme danno provocato dalla 'ndrangheta
rappresenta una fondamentale assunzione di responsabilità per
contrastare questa sottocultura ed uscire dalla rassegnazione ed
indifferenza, che da sempre alimentano la forza ed il consenso
sociale della criminalità organizzata. Rinascita Scott è un
processo emblematico per il territorio vibonese e per la
Calabria che deve fare piena luce, individuandone le
responsabilità, sulle attività criminali e sugli intrecci
politici e massomafiosi che hanno fatto sprofondare la provincia
di Vibo Valentia in un vortice di degrado socio-culturale ed
economico che la incatena agli ultimi posti di molte classifiche
ed ai primi per record negativi. Un processo imponente che segue
un'operazione epocale resa possibile grazie al lavoro
straordinario svolto dalle forze dell'ordine coordinate dalla
Procura della Repubblica di Catanzaro".
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