"Cari ragazzi, non è un anno
sprecato. Non piangiamoci addosso! Basta fare le vittime! Chi si
lamenta ha sempre ottenuto un solo risultato: la lagna. Siate
più capaci di chi dovrebbe e non sa decidere per voi. Siate
scaltri. Fatevi furbi! Non credete a chi dice che questo è un
anno perso, che non vale niente. Dimostrate il contrario: di
saper far tesoro dal poco. E tra l'altro non scoprireste nulla
di nuovo: 'per aspera ad astra' (attraverso le asperità alle
stelle) non sono parole di oggi". Lancia un messaggio di
incoraggiamento ai propri studenti, costretti da molti mesi alla
didattica a distanza, Nicoletta Tancredi, giovane insegnante di
latino e greco in un liceo campano e mamma di tre bambine.
"Rimbalzate al mittente l'ansia dei dpcm e delle ordinanze da
ultim'ora, con tutta l'energia della vostra età. Rispondete con
ottimismo. Sfidate voi stessi di riuscire ad imparare in
qualsiasi circostanza. Condite i vostri pensieri di entusiasmo.
Sognate la più bella delle prospettive e nutrite il vostro
sogno: la realtà si cambia immaginandola", scrive ancora la
docente.
"Vi ritrovate a fare gli studenti universitari al liceo.
Siete soli, se i vostri parenti sono così intelligenti da non
volersi sostituire a voi. Non ci sono i prof che girano tra i
banchi, mentre fate un compito in classe, a farvi domande senza
che possiate disattivare il microfono, o sparire dietro
l'iniziale del vostro cognome sul desk. E' il momento - è
l'esortazione della professoressa - di intendere quello che i
vostri insegnanti vi hanno sempre detto e che poteva sembrare
retorico: non si studia per un voto, ma per sé stessi. Siete
costretti all'autodisciplina, all'impegno deciso da voi. E
dovete essere ancora più bravi che in classe, perché non sempre
i docenti riescono a motivarvi a distanza. Non sempre gli
atteggiamenti del vostro corpo, il cosiddetto linguaggio non
verbale, è visibile in una videochiamata. Siete soli, ma con
l'appoggio motivazionale dei vostri parenti, se si rendono conto
che, in questo e solo in questo, devono coadiuvare gli
insegnanti, dice ancora la professoressa ai suoi allievi".
"E poi è così facile 'imbrogliare' che non c'è neanche lo
sfizio di farlo! - ragiona l'insegnante - Se ci riuscite, nulla
di straordinario. Solo banale, oltre che vile, simulare
difficoltà di connessione. Teniamoci pronti in ogni caso: a
tornare in classe, con altissimo senso di responsabilità e
rispetto per le normative anti-Covid, oppure a restare a casa,
per quanto si possa essere stanchi e demotivati. Avete tutte le
ragioni del mondo: vi manca la vita sociale, dei sorrisi, delle
pacche sulla spalle, degli abbracci. Ma questo vi è toccato di
vivere. Stringete i denti! Sentitevi, parlate, non
abbandonatevi! E' l'occasione di fare i conti con chi volete
essere davvero nella vita. Concentratevi sullo studio! Quale
migliore occasione? Fissate come obiettivo il sapere. E puntate
a quello. Sappiamoci adattare! E i prof., quelli meno
'tecnologici', aiutateli! Fate vedere loro quante cose sapete e
si possono fare online. E avrete tirato dalla vostra, nel vostro
mondo, i docenti: e quando vi ricapita?".
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