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La Strage di Bologna.Mattarella,'giustizia e verità'

La Strage di Bologna.Mattarella,'giustizia e verità'

40 anni dopo. Crimi: lo Stato si scusa. Casellati: basta segreti

BOLOGNA, 02 agosto 2020, 18:25

Redazione ANSA

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(di Tommaso Romanin) Sono passati 40 anni e Bologna continua a non dimenticare, chiamando a raccolta tutto il Paese.
    L'anniversario della Strage del 2 agosto 1980 è vivo ed è stato partecipato anche senza il corteo istituzionale, per le precauzioni anti-Covid, ma con un sentito quanto inedito collegamento da piazza Maggiore con la stazione ferroviaria, ora intitolata alle vittime, durante il minuto di silenzio alle 10.25, orario dell'esplosione. Il quarantennale dell'attentato più grave del Dopoguerra, 85 morti e 200 feriti, ha coinvolto le massime cariche istituzionali, dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in visita giovedì, alla presidente del Senato Elisabetta Casellati, sul palco, cui si sono aggiunti i messaggi del premier Giuseppe Conte e del presidente della Camera Roberto Fico, a testimoniare la vicinanza di tutto lo Stato ai familiari, da sempre in cerca di verità e giustizia.
    "Giustizia" e "verità", è tornato a chiedere il presidente Mattarella. Obiettivi che adesso sono più vicini di un tempo, dopo l'ergastolo al quarto Nar, Gilberto Cavallini, ma soprattutto dopo l'inchiesta della Procura generale che ha indicato i nomi dei presunti mandanti, tutti deceduti: Licio Gelli, Umberto Ortolani, Federico Umberto D'Amato, Mario Tedeschi. "Le speranze di ottenere una completa verità sull'episodio più atroce della storia del nostro Paese cominciano a realizzarsi", ha detto il presidente dell'associazione dei parenti delle vittime, Paolo Bolognesi.
    "Il 2 agosto 1980 non scoppiarono caldaie, non fu una fatalità, non un errore di comunisti palestinesi, ma una spietata volontà di terroristi fascisti, una bomba nera con la copertura sistematica di settori importanti dello Stato, Servizi Segreti e loggia massonica P2", ha aggiunto, citando in un passaggio del suo discorso anche due condannati, Giusva Fioravanti e Francesca Mambro: "Non hanno mai collaborato, oggi sono pienamente liberi e spesso trattati come star. È sconvolgente".
    A portare alle vittime il saluto del Governo è stato il viceministro dell'Interno Vito Crimi. "Le scuse" da parte dello Stato, ha detto, "sono le uniche parole che hanno una parvenza di decenza, dopo 40 anni di dolori immutabili". Crimi ha anche annunciato la volontà di Giuseppe Conte "di ampliare la direttiva Renzi", sulla desecretazione degli atti, "espandendola a materie trasversali alle stragi".
    "Siamo al fianco dei familiari, di chi crede nello Stato, dei magistrati impegnati a squarciare definitivamente il velo che ci separa dalla verità", ha scritto il presidente del Consiglio, mentre Mattarella ha riaffermato "il dovere della memoria, l'esigenza di piena verità e giustizia e la necessità di una instancabile opera di difesa dei principi di libertà e democrazia". Dell'esigenza di far luce "sulla cosiddetta strategia della tensione alla base degli attentati che hanno insanguinato il nostro Paese", ha parlato Fico.
    Casellati ha prima incontrato i familiari, sottolineando "il bisogno di verità" senza la quale "il Paese non ha futuro".
    Intervenendo poi dal palco, ha detto che "è tempo di aprire i fascicoli, di toglierli dai cassetti. La storia non si scrive con i segreti di Stato, con i silenzi o con gli 'omissis'".
    Ha parlato di fronte a mille persone, la capienza consentita, ma almeno altrettanti erano i cittadini fuori dai varchi, ordinati, con le mascherine, così come coloro che, sotto varie sigle di sinistra, hanno voluto comunque sfilare in un corteo autonomo fino alla stazione dove erano presenti in qualche centinaio. Qui, alla fine, anche le autorità sono andate per svelare la lapide che intitola lo scalo: 'Bologna - 2 agosto 1980'. Intanto in piazza venivano letti, nel silenzio, i nomi delle 85 vittime. Tra questi, anche Davide Caprioli. La sorella Cristina lo ha voluto ricordare, portando la chitarra che Davide il 2 agosto 1980 aveva con sé. "Era con lui quel giorno in stazione, ci è stata chiesta per alcuni rilievi eseguiti per il processo Cavallini. Ce l'hanno restituita dopo sei mesi, spero sia servita, siamo impegnati nella ricerca della verità".
   
   

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