Sono 554 gli indagati coinvolti
nell'inchiesta avviata nel 2018 della Procura di Vallo della
Lucania (Salerno) sul "diplomificio" scoperto in una località
turistica del Cilento. L'indagine è stata eseguita dai
carabinieri delle Compagnie di Vallo della Lucania ed Agropoli,
insieme col la sezione di polizia giudiziaria dei cc.
La Procura di Vallo della Lucania, al termine degli
accertamenti effettuati dai militari, ha chiuso le indagini: le
554 persone coinvolte dovranno rispondere a vario titolo di
corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio, falsità
materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e
truffa aggravata ai danni dello Stato. L'indagine è scaturita da
una segnalazione dell'ufficio scolastico regionale che aveva
evidenziato come alcuni docenti, per l'assunzione in ruolo nel
2018, avevano presentato titoli di studio molto datati ma mai
presentati in nessuna procedura concorsuale precedente. A quel
punto i militari dell'Arma hanno approfondito come mai questi
titoli non erano stati mai utilizzati per tanti anni. Dopo aver
acquisito centinaia e centinaia di titoli di studio "sospetti"
su tutto il territorio nazionale, hanno svolto un'analisi dei
documenti che è durata ben oltre un anno. Gli accertamenti hanno
visto impegnati i carabinieri della sezione di Polizia
Giudiziaria in sinergia con quelli sul territorio di Vallo della
Lucania e Agropoli. Dalle indagini effettuate, sono state
individuate firme false in oltre 400 "diplomi". Inoltre sono
state scoperte false pergamene e discrasie tra registri e
titoli. Per gli investigatori si tratta di "una vera e propria
fabbrica di titoli di studio falsi" che, tra l'altro, prevedeva
tariffe elevate per il conseguimento. Dalle indagini è, infatti,
emerso il costo di ciascuno dei vari titoli di studio falsi
rilasciati (diplomi di grado preparatorio, diplomi di
specializzazione polivalente, diplomi di qualifica
professionale) andava dai 1000 ai 2.500 euro. Titoli che hanno
consentito a numerosi indagati residenti su tutto il territorio
nazionale anche di vincere concorsi in ambito scolastico, un
danno per la pubblica amministrazione che ammonta a oltre
7.500.000 euro.
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