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Parchi:recupero aree terrazzate,il ruolo degli impollinatori

Maiella e Cinque Terre,progetto pratiche agronomiche sostenibili

Redazione ANSA SULMONA
(ANSA) - SULMONA, 04 NOV - Il progetto "Strumenti per il monitoraggio e la conservazione delle comunità di impollinatori in habitat terrazzati", finanziato direttamente dal ministero della Transizione Ecologica, vede l'Ente Parco Nazionale della Maiella impegnato nell'attuazione di azioni finalizzate al recupero a fini produttivi di aree terrazzate incolte, insieme al Parco delle Cinque Terre, capofila del progetto, e agli altri Parchi Nazionali ricchi di terrazzamenti, Vesuvio, Pantelleria e Arcipelago Toscano.

In particolare, il gruppo di lavoro, che riassume diverse expertise, punta sia a sviluppare un protocollo di monitoraggio delle specie indicatrici (insetti impollinatori e mesofauna) con identificazione di un set di indicatori, utili a definire il livello di biodiversità dell'agroecosistema terrazzato, sia a individuare e sperimentare pratiche agronomiche sostenibili che possano supportare la riduzione dell'uso di agrofarmaci, la regolazione naturale dell'agroecosistema e il mantenimento di una consistente rete di servizi ecosistemici.

Sugli stessi transetti relativi allo studio degli impollinatori si affianca ora lo studio degli artropodi del suolo con gli entomologi e acarologi del Centro di ricerca Difesa e Certificazione (Crea) di Firenze. Durante i primi sopralluoghi, gli entomologi del Crea, insieme ai tecnici dei Parchi Maiella e Cinque Terre, hanno raccolto materiale di terreno superficiale (10 -15cm) in campi terrazzati soggetti a pastorizia e in aree dedicate a vigneti. La metodica di rilievo adottata prevede campionamenti del suolo su cui il gruppo Crea sta eseguendo le analisi di laboratorio per la stima di parametri chimico-fisici (contenuto dell'umidità, tessitura, pH, ecc.) e le analisi biologiche (biodiversità degli artropodi del suolo indice QBSar, attività enzimatica microbiologica).

L'approccio multidisciplinare consentirà l'integrazione dei dati geo-pedologici con la componente biologica (Artropodi, attività enzimatica microbiologica) per meglio connotare l'efficacia di pratiche conservative dell'interfilare vitato a livello di micro- e mesoreti ecologiche, considerando il suolo come un'entità in piena coevoluzione con il vigneto.

Da rilievi fogliari sarà valutata la biodiversità delle comunità dei microartropodi che vivono, a livello epigeo, sulla superficie fogliare delle viti. In particolare, sarà valutata la presenza di predatori naturali di specie fitofaghe dannose che garantiscano un grado di difesa autonomo senza intervento dell'uomo. I dati raccolti forniranno informazioni preziose in merito alla caratterizzazione delle diverse unità vocazionali e alla conoscenza della biodiversità dei suoli terrazzati in contesti sia naturali sia produttivi biodinamici. (ANSA).

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