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Giornata zone umide, in Italia anche esempi di eccellenza

Anbi, gestiti da Consorzi di bonifica;anche per fitodepurazione

Redazione ANSA ROMA

Lungo l'Italia "sono 180 le aree naturalistiche, cogestite dai Consorzi di bonifica per una superficie complessiva di 200.000 ettari, pari a 4 volte il Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise: si va dai boschi planiziali lombardi alle lagune interne della Sardegna, dai laghi laziali dell'Agro Pontino alle aree di espansione delle piene in Emilia Romagna". Lo rende noto l'Anbi (Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue) in occasione della Giornata Mondiale delle Aree Umide, che ricorre oggi, 2 febbraio e che quest'anno ha come slogan: "Acqua, zone umide e vita".

Per zone umide, spiega l'Anbi, si intendono aree inondate d'acqua in modo permanente o stagionale inclusi stagni, paludi, laghi, fiumi, pianure alluvionali. Poi ce ne sono altri artificiali, perlopiù creati e idraulicamente gestiti in Italia dai Consorzi di bonifica - dalle risaie ai bacini per la fitodepurazione, dalle oasi naturalistiche alle casse di espansione, precisa la nota - che ne fanno esempi d'eccellenza internazionale. Attigua al lago di Massaciuccoli, in Toscana, "sta nascendo la più grande area di fitodepurazione europea - rileva Francesco Vincenzi, presidente di Anbi - e la rinaturalizzazione del bacino scolante nella laguna di Venezia è considerato un esempio a livello mondiale". Il World Wetlands Day celebra quest'anno il 50/o anniversario della Convenzione di Ramsar, trattato intergovernativo che fornisce il quadro nazionale e internazionale per la conservazione e l'uso delle zone umide. I Paesi firmatari sono oggi 171 e 56 le aree di importanza internazionale riconosciute in Italia (in 13 sono coinvolti i Consorzi di bonifica).

"E' un patrimonio, che possiamo implementare grazie anche al Piano Nazionale Invasi, per cui abbiamo pronti 218 progetti nella maggior parte già cantierabili; l'importo necessario è di circa 3 miliardi di euro" ricorda in conclusione Massimo Gargano, direttore generale di Anbi. Il maggior numero di proposte (73) interessa il Veneto, ma è la Calabria, la regione, che ha bisogno di maggiori investimenti (527 milioni)". (ANSA).

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