Una riduzione di 34 metri di spessore rispetto agli anni 80', con una perdita media di almeno un metro l'anno e uno spessore medio che è passato dai 15 metri del 2013 agli attuali dieci metri. E' quanto risulta dal monitoraggio sul Ghiacciaio Occidentale del Montasio (Udine), il più basso dei ghiacciai dell'arco alpino, effettuato nella 6/a ed ultima tappa della Carovana dei Ghiacciai 2020 di Legambiente.
Un bilancio che, tra il 2016 e il 2019 , risulta comunque meno negativo rispetto alla gran parte dei ghiacciai alpini in virtù delle sovrastanti pareti dello Jôf di Montasio che ombreggiano il ghiacciaio e sono caratterizzate da una conformazione ad imbuto che lo alimentano con accumuli di neve conseguenza di eventi valanghivi.
I risultati sono stati presentati oggi a Malborghetto Valbruna (Udine), nel corso della conferenza stampa alla quale hanno partecipato Vanda Bonardo, Responsabile Alpi Legambiente, Marco Giardino, Segretario del Comitato Glaciologico Italiano, Sandro Cargnelutti, presidente Legambiente Friuli Venezia Giulia, e Massimo Frezzotti, Presidente del Comitato Glaciologico Italiano in collegamento da Roma. "La tappa conclusiva della Carovana dei ghiacciai ha dimostrato l'importanza dell'attività degli operatori glaciologici che integrano le tradizionali osservazioni sul terreno con i monitoraggi tecnologici", ha dichiarato Marco Giardino, segretario del Comitato Glaciologico Italiano. Durante l'ultima tappa di Carovana dei ghiacciai è stato organizzato anche il saluto al ghiacciaio, svoltosi sulla cima del monte Jôf di Sompdogna di fronte al Montasio. Durante il saluto sono stati letti brani di Elisa Cozzarini e Sandro Cargnelutti, e l'alpinista Romano Benet, marito dell'altrettanto famosa alpinista Nives Meroi. ha raccontato quanto i ghiacciai himalaiani incontrati durante le scalate si sono ridotti in questi ultimi anni.