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Ucraina: Wwf, attenti a risposte irrazionali in agricoltura

Guerra e sicurezza alimentare in 10 domande

Redazione ANSA ROMA
(ANSA) - ROMA, 01 APR - L'abolizione del divieto dell'uso di pesticidi in aree di interesse ecologico e l'utilizzo dei terreni a riposo -meno produttivi dal punto di vista agricolo ma essenziali per la conservazione della biodiversità- sono solo alcune delle richieste "irrazionali e controproducenti" delle lobby dell'agricoltura tradizionale e di diversi politici per affrontare le conseguenze della guerra in Ucraina.

Queste "ci ricordano quanto sia fragile la sicurezza alimentare, basata su modelli di produzione agricoli intensivi" afferma il Wwf che, per anticipare il lancio della Campagna Food4Future, pubblica 10 domande e risposte per sfatare i falsi miti sulla sicurezza alimentare. La prima soluzione proposta è la scelta di consumare meno carne e prodotti di origine animale, che consentirebbe di ridimensionare il comparto della zootecnia intensiva a favore di quella estensiva.

Le domande partono da quella se la guerra in Ucraina abbia messo in crisi il sistema agroalimentare italiano. E la risposta del Wwf è che gli effetti della crisi collegata alla guerra sono limitati, in particolare, a mais e olio di girasole importati dall'est dell'Europa. E che "l'unico settore che avrà delle ripercussioni dirette è quello zootecnico". Per il grano, invece, l'Italia importa dall'Ucraina solo il 5% del proprio fabbisogno. L'aumento del costo del grano è causato, secondo questa analisi, da una parte dalle speculazioni finanziarie e dall'altra dalla riduzione delle produzioni in Canada, per la siccità del 2020-21. Un problema che in Italia potrebbe verificarsi nel 2022 con eventuali carenze di grano o altri cereali nel raccolto di quest'estate dovuto al cambiamento climatico. (ANSA).

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