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Responsabilità Editoriale Gruppo Italia Energia

Ue, emissioni di gas-serra ancora in calo

Nel 2019 -3,7%. In Italia -18% negli ultimi 20 anni, ma record negativo per proventi aste Ets destinati a energia e clima. La relazione annuale (articolo di Quotidiano Energia)

Quotidiano Energia - Le emissioni di gas-serra dell’Unione europea sono scese dalle 4.912 milioni ton CO2eq del 1990 a 4.647 mln ton nel 2005 e a 3.749 mln ton nel 2019, con un calo del 24% nel periodo e del 19% negli ultimi 5 anni. E’ il dato contenuto nella relazione annuale Ue sui progressi dell’azione per il clima, che per l’Italia indica una crescita da 520 a 595 mln ton tra il 1990  e il 2005 ma poi una contrazione a 427 mln ton nel 2019, con una riduzione del 24% nel ventennio e del 19% tra 2005 e 2019.


La relazione, adottata oggi dall’esecutivo comunitario, rileva che l’anno scorso le emissioni dei 27 sono diminuite del 3,7% rispetto al 2018, a fronte di una crescita del Pil dell’1,5%. “La Ue dimostra che è possibile ridurre le emissioni e far crescere l’economia”, ha commentato il vice-presidente esecutivo della Commissione per il Green deal, Frans Timmermans, secondo il quale bisogna tuttavia “moltiplicare gli sforzi in tutti i settori per raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica al 2050”.

Più in dettaglio, nel 2019 hanno registrato la riduzione più marcata le emissioni coperte dal sistema Ets, con un calo del 9,1% sul 2018 attribuibile principalmente al settore dell’energia elettrica che ha messo a segno un -15% (grazie soprattutto alla sostituzione del carbone con le rinnovabili e il gas). Le emissioni dell’industria sono invece diminuite di meno del 2%, mentre quelle del trasporto aereo sono salite dell’1%.

Al di fuori dell’Ets, le emissioni delle industrie non incluse nel sistema, dei trasporti, dell’edilizia, dell’agricoltura e dei rifiuti non hanno registrato cambiamenti significativi nel confronto con il 2018.
In base alla relazione (disponibile in allegato), i proventi delle aste Ets “sono una fonte sempre più importante di finanziamento per il clima”. I proventi totali percepiti dagli Stati membri, dal Regno Unito e dai Paesi See tra il 2012 e la metà del 2020 sono stati infatti superiori a 57 miliardi di euro, di cui oltre la metà generati nel solo biennio 2018-2019. L’anno sorso i proventi hanno superato i 14,1 mld €, che per il 77% sarà destinato a scopi climatici ed energetici (+7% rispetto al 2018).

Analizzando la suddivisione a livello nazionale, emergono però situazioni molto diverse da Paese e Paese, con l’Italia fanalino di coda per destinazione dei proventi Ets all’energia e al clima: la Penisola ha stanziato per questi settori il 50 e 51% dei proventi 2013 e 2014, per poi scendere allo 0% nel 2015 e risalire al 29% nel 2016 e al picco del 70% nel 2017. Nel 2018 e 2019 le spese per l’energia e il clima dell’Italia non sono andate oltre il 10 e 11% rispettivamente degli introiti Ets.

Si tratta di dati particolarmente bassi, considerando ad esempio che Germania, Olanda, Croazia, Danimarca, Irlanda e Lituania non sono mai scese sotto il 99% e che Francia, Regno Unito, Spagna, Slovenia, Finlandia, Bulgaria, Malta e Grecia sono state per almeno 4 dei 7 anni considerati al di sopra del 90%.