"Meno di un anno fa, il ministro
Lamorgese, davanti alle risultanze di un'indagine affidata a una
commissione prefettizia - nominata a suo tempo dall'ex ministro
dell'Interno Matteo Salvini - decise di non sciogliere l'Asl
Napoli 1. Perché la camorra, stando alle conclusioni a cui
giunse Lamorgese, nel frattempo era stata cacciata via dai
nosocomi partenopei. La smentisce una recentissima inchiesta
della Procura, che con una raffica di arresti, ha fatto
riemergere con chiarezza ancor più devastante, come invece i
clan abbiano continuato ad infiltrarsi e ad avere il pieno
controllo degli ospedali. E allora c'è da chiedersi: quali
elementi aveva in mano Lamorgese quando escluse quello che la
preziosa opera di inquirenti e investigatori aveva evidenziato?
Restiamo, inoltre, basiti davanti al fatto che una cosa del
genere, sia potuta avvenire alla luce del sole, senza il minimo
ostacolo, senza cioè che nessuno della filiera amministrativa
regionale si sia accorto di nulla. La verità è che ci troviamo
di fronte a responsabilità gravissime, fatte di omissioni,
disattenzione, disinteresse, incapacità. Responsabilità che sia
il ministro Lamorgese sia chi governa questa regione, devono
assumersi. Perché l'opera di contrasto alla malavita va portata
a termine con i fatti e non con le chiacchiere. Palazzo Santa
Lucia, in particolare, non può continuare a girarsi dall'altra
parte e non intervenire su una questione gravissima, come è
quella dell'infiltrazione dei clan nella sanità pubblica. Noi
resteremo vigili, affinché la Regione attivi fin da subito
indagini interne, e siamo pronti a dare la massima
collaborazione affinché le cose possano finalmente migliorare;
perché è questo quello che vogliamo per la Campania". Lo
dichiara attraverso i suoi canali social, Severino Nappi,
consigliere regionale e coordinatore cittadino della Lega a
Napoli.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA