(ANSA) - NAPOLI, 27 APR - In Campania cresce la superficie
biologica coltivata, +55% rispetto al 2020. La Campania è tra le
prime cinque regioni italiane per numero di aziende, ben 79
mila, che hanno effettuato investimenti per innovare, cambiare
la tecnica o la gestione della produzione.
Con testimonianze, contributi, dati e approfondimenti
scientifici, si è svolta a Napoli il Forum sull'Agroecologia
Circolare di Legambiente Campania per discutere sulla necessità
di una vera rivoluzione nell'ambito del settore agricolo, in
linea con l'esigenza di una transizione ecologica globale. Sono
stati anche premiati gli 'ambasciatori dell'agroecologia',
particolarmente impegnatisi su questo fronte.
In Campania- scrive Legambiente- la superficie agricola
utilizzata è di 516 mila ettari in diminuzione del 6,2% rispetto
al 2010 (Istat). Cresce però la superficie biologica che dai 64
mila ettari del 2020 mostra un incremento del 55% arrivando a
toccare quota 100 mila ettari a coltivazione biologica, una
crescita ben al di sopra della media annua (Sistema di
Informazione Nazionale sull'Agricoltura Biologica per il
Mipaaf). Un settore agricolo che sa innovarsi quello della
Campania che, infatti, è tra le prime cinque regioni italiane
per numero di aziende, ben 79 mila, che hanno effettuato
investimenti per innovare, cambiare la tecnica o la gestione
della produzione. Ben il 7% del totale nazione e il 12% rispetto
a tutto il Mezzogiorno, con investimenti soprattutto nel settore
della meccanizzazione, dell'impianto e della semina, della
lavorazione del suolo e della irrigazione.
"Bisogna ridurre l'impatto del settore sul clima e sulla perdita
di biodiversità, rendendo il percorso verso la transizione non
solo ambientalmente, ma anche socialmente ed economicamente
sostenibile- dichiara Mariateresa Imparato, presidente
Legambiente Campania- Il made in Italy, in tal senso, può e deve
diventare un pezzo importante sia nella produzione di un cibo
sano e giusto in un'ottica che non abbandoni le strategie
europee, sia della strategia energetica del Paese, per ridurre
le emissioni e moltiplicare le rinnovabili. Sostenibilità delle
filiere, riduzione delle emissioni di gas serra, tutela delle
risorse naturali e della varietà genetica, lotta all'illegalità,
bellezza del paesaggio e promozione del territorio: sono queste
le sfide attuali a cui dobbiamo rispondere. Contemporaneamente,
bisogna entrare sempre più nell'ottica di un'agricoltura
multifunzionale in cui le rinnovabili, in primis agrivoltaico,
impianti a biogas e biometano, possono giocare un ruolo
strategico nello scenario attuale - conclude Mariateresa
Imparato - Perché questo avvenga, però, vanno definite delle
linee guida e scongiurati i preconcetti che potrebbero
rallentare lo sviluppo". (ANSA).