(ANSA) - CASERTA, 31 MAR - Minacciò il compagno di
denunciarlo per una storia inventata di abusi nei confronti di
sua figlia minore, se non le avesse dato una somma di danaro.
Per questo motivo una 24enne residente a Casal di Principe
(Caserta) è stata condannata dalla Corte di Appello di Napoli a
due anni e otto mesi; una sentenza che le ha permesso di evitare
il carcere, visto che in primo grado il Gup di Avellino l'aveva
condannata a quattro anni di reclusione per estorsione
aggravata. La ragazza aveva messo in mezzo la figlia, che al
tempo dei fatti aveva 6-7 anni, pretendendo i soldi dal
compagno, che non era padre della bimba.
"Se non me li dai ti denuncio per violenza sessuale su mia
figlia". L'uomo pagò - si trattava di 350 euro - ma denunciò
l'estorsione subita e partì il processo. Se in primo grado il
gup in abbreviato usò la mano pesante, in secondo grado la Corte
d'Appello, con il consenso della Procura Generale di Napoli, ha
accolto la richiesta del difensore dell'imputata, l'avvocato
Filippo Santagata, di escludere l'aggravante delle più persone
riunite davanti alle quali sarebbe stata consumata l'estorsione
e di riqualificare la pena, quantificata in due anni e otto
mesi. La 24enne potrà ora accedere alle miaure alternative alla
carcerazione, come la detenzione domiciliare e l'affidamento
lavorativo in prova. (ANSA).