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'The armed man', scoppia la pace al Napoli musica sacra festival

'The armed man', scoppia la pace al Napoli musica sacra festival

Il 16 dicembre penultimo concerto a Santa Maria alla Sanità

NAPOLI, 09 dicembre 2022, 15:58

Redazione ANSA

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"The armed man - A mass for peace" è il titolo del penultimo concerto della rassegna 'Napoli musica sacra festival' in programma venerdi 16 dicembre (ore 20) nella basilica di Santa Maria alla Sanità; sarà eseguita una messa per la pace di Karl Jenkins, composta alla fine della guerra del Kosovo. Protagonisti dell'evento l'Orchestra Discantus, il Coro Vocalia, il contralto Daniela Del Monaco con Luigi Grima direttore.
    "L'arcivescovo don Mimmo Battaglia ha voluto fortemente la realizzazione di questo festival - dice Grima, docente di Direzione di Coro nel Conservatorio 'L. Perosi' di Campobasso - Un progetto ambizioso, finanziato dal Comune di Napoli e sostenuto dall'Arcidiocesi, che aspira a diventare un appuntamento annuale di respiro internazionale e che possa attirare nella nostra città un pubblico di appassionati al fine di coniugare la visita alla città con concerti di elevato valore artistico e culturale". Insieme con Grima nel comitato artistico ci sono mons. Vincenzo De Gregorio e Giovanni Acciai.
    L'ultimo concerto - "Haec Est Regina" - si terrà il 18 dicembre nella chiesa di Santa Maria alla Stella, con la voce del soprano Mariagrazia Schiavo.
    Grima si rifà alle parole del catalogo della kermesse per spiegare il senso dell'appuntamento musicale di venerdì 16: "Nell'attuale fragile equilibrio storico mondiale, in cui la guerra è regolarmente intrapresa come unica via, in cui le armi invece della parola regolano i conflitti tra i popoli, in cui innumerevoli esseri umani sono costretti a fuggire dai loro Paesi devastati per poi essere accolti con sospetto e insofferenza, la musica può proporre al mondo la pace come unica salvezza". Dunque, 'The armed man' riprende il titolo della omonima chanson medioevale “L’homme armé”, tema popolare già nel XIV secolo, "molto utilizzato da grandi polifonisti nella composizione di messe sullo stesso tema" aggiunge Grima il quale afferma: "Nel 2000, allo scoppiò la guerra in Kosovo, Karl Jenkins ebbe l’idea di comporre una moderna 'messa dell’uomo'. I testi, di valere simbolico e letterario, si susseguono secondo un preciso schema narrativo. Dal trecento ai giorni nostri, la parola cantata guida l’ascoltatore in un percorso ideale dalla guerra alla pace: la chanson, la chiamata del Muezzin, i testi immortali dei Salmi, l’antichissimo poema indiano 'Mahabharata', i testi liturgici, l’incitamento devastante dei versi di Kipling, le meditazioni dolenti sulla catastrofe di Hiroshima di Sankichi, il desiderio di pace di Maloy e Tennyson, le confortanti parole del Libro della Rivelazione". Tredici brani, tredici testi, tredici riflessioni su un tema sempre attuale: "Musiche appassionanti, che si ispirano ad antiche forme con nuove sensibilità, guidano l’ascoltatore in un percorso dalla guerra alla speranza di pace. Jenkins riesce ad amalgamare identità musicali differenti, sonorità insolite e originali. Musica che riassume le tensioni di questo nuovo millennio, con inserimenti di derivazione etnica, che propone una vera e propria summa di elementi opposti: antico e modernità, Occidente e Oriente, guerra e pace" si afferma nel catalogo.
   

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