Sessantadue sculture della
Collezione Farnese del MANN in un grande database digitale
disponibile da ottobre: aveva preso avvio nei primi mesi del
2021 il lungo processo di digitalizzazione in 3D dei marmi più
celebri del Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Per
l'Ercole, gli scatti sono stati tremila; per il Toro, circa
quindicimila, suddividendo il gruppo colossale in ventinove
milioni di punti e in una maglia di quattordici milioni e mezzo
di triangoli. Il progetto ha poi incontrato la ricerca
sull'antica cromia dei marmi e le tecnologie della Flyover Zone.
Il 26 settembre (ore 17, Auditorium del Museo, in diretta
Facebook), anteprima dei modelli che saranno fruibili in rete.
"Il MANN è in prima linea nel processo di digitalizzazione
che sta impegnando i musei italiani - spiega il direttore
dell'Archeologico, Paolo Giulierini -. Stiamo lavorando sulle
collezioni e, con un programma specifico, sul patrimonio dei
depositi. Accanto a noi partner scientifici, università
internazionali e società ad alta tecnologia come l'americana
Flyover Zone, pioniera nella creazione di realtà virtuali.
Ricostruzione e tutela procedono insieme in questo processo. E
accanto all'aspetto specialistico c'è naturalmente quello legato
alla promozione e quindi allo sviluppo di nuove piattaforme,
basti pensare ad app e videogame, settore questo nel quale il
MANN è stato antesignano. Grazie alla tecnologia oggi è
possibile fruire dei capolavori a distanza, così come arricchire
la propria visita 'in presenza' con contenuti speciali".
Il database sarà anche un ponte scientifico verso
l'Ecosistema digitale della Regione Campania; inoltre l'ambiente
virtuale di "Caracalla Baths Reborn" consentirà di
'riposizionare' le sculture, anche colorate, nella sede
originaria delle Terme di Caracalla a Roma. Cristiana Barandoni
ha coordinato il progetto di digitalizzazione delle sculture
Farnese, partendo di "MANN in colours". Nel team Bernard
Frischer (Flyover Zone) e l'architetto Davide Angheleddu.
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