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Macchia nera nel Tirreno, blitz di Legambiente 'Vergogna'

Macchia nera nel Tirreno, blitz di Legambiente 'Vergogna'

Esposto striscione alla foce del canale inquinato da depuratore

CASERTA, 05 agosto 2020, 13:47

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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I volontari di Legambiente Campania si sono dati appuntamento alla foce del torrente Agnena, a Mondragone (Caserta), per esporre lo striscione con la scritta "Che vergogna".
    Un blitz effettuato in occasione della tappa campana di Goletta Verde, con l'obiettivo di tenere alta l'attenzione su quanto avvenuto il 6 maggio scorso, subito dopo la fine del lockdown, quando una macchia nera si propagò dalla foce del canale Agnena nel Mar Tirreno, provocando indignazione e preoccupazione nella popolazione.
    La Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere ha accertato, tramite indagini aeree e analisi sui campioni prelevati, che quella macchia nera era costituita dalle acque reflue, soprattutto scarichi di origine umana, provenienti dal depuratore intercomunale di Vitulazio, comune dell'entroterra casertano.
    Il depuratore, ritenuto malfunzionante e sottoposto a sequestro, serve anche altri tre comuni (Pastorano, Bellona e Camigliano) e una popolazione in totale di 18.700 persone.
    Nell'inchiesta risultano indagati tutti i sindaci, succedutisi dal 2015 ad oggi, dei quattro comuni che si servono del depuratore. Gli inquirenti accertarono anche che episodi simili, ovvero di sversamento in mare di acque reflue non trattate, si erano già verificati in quattro circostanze (2004, 2012, 2016 e 2019). In una nota, Legambiente annuncia di volersi "costituire parte civile nel processo".
    "Con il blitz alla foce dell'Agnena - denuncia Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania - vogliamo mantenere alta l'attenzione su foci di fiumi e torrenti, scarichi e piccoli canali che spesso troviamo sulle nostre spiagge e che rappresentano i veicoli principali di contaminazione batterica dovuta alla insufficiente depurazione dei reflui urbani o agli scarichi illegali che, attraverso i corsi d'acqua, arrivano in mare. In molti casi dietro questi sversamenti c'è la mano criminale ed importante il ruolo di sentinella da parte dei cittadini responsabili. La nostra denuncia sulle carenze depurative - conclude Imparato - vuole provare a superare un deficit cronico, anche per tutelare il turismo e le eccellenze dei territori".
   

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