Associazione per delinquere
finalizzata allo sfruttamento della manodopera straniera,
violazione della sicurezza e dell'igiene del lavoro e discarica
di rifiuti non autorizzata: sono le accuse mosse alle dieci
persone arrestate stamani dai Carabinieri nel Metapontino, in
provincia di Matera (una in carcere, nove ai domiciliari), in
un'operazione giunta al termine di accertamenti a cui ha
partecipato anche personale dell'ispettorato del lavoro.
In carcere è finito il titolare di un'azienda agricola, ai
domiciliari la figlia (socia di un'azienda collegata),
l'amministratore di una delle imprese coinvolte e sette
immigrati provenienti dal Nord Africa e da Paesi dell'Est
Europa. Nel luglio dello scorso anno, alcuni immigrati si
lamentarono con i Carabinieri perché non venivano pagati secondo
i patti: ciò fece avviare le indagini.
I militari hanno stabilito che i lavoratori (in totale, circa
140) ricevevano cinque euro all'ora ed erano impiegati nei campi
fino a oltre dieci ore al giorno, anche la domenica.
Coloro che provenivano dall'Africa, inoltre, dovevano pagare
circa seimila euro ai "caporali" per ottenere il lavoro e
versavano loro tre euro al giorno per avere diritto ad un posto
dove dormire, di solito in una struttura fatiscente.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA