Usa-Arabia Saudita, serve rimpatrio per jihadisti e famiglie
Segretario Usa Blinken presiede riunione Coalizione anti-Isis

Rivolgendosi ai rappresentanti dei Paesi occidentali presenti alla riunione, il ministro saudita ha detto: "dovete essere all'altezza, dovete assumervi le vostre responsabilità".
La Coalizione globale anti-Isis riunisce più di 80 Paesi ed era stata creata nel 2014 quando sembrava massima la minaccia militare presentata dall'Organizzazione dello Stato islamico in Iraq e Siria. L'Isis è stato dichiarato sconfitto militarmente in Iraq nel dicembre del 2017 e in Siria nel marzo del 2019. Da allora, migliaia di jihadisti sono stati rinchiusi nelle prigioni del nord-est della Siria gestite dalle forze curde alleate degli Stati Uniti. Analogamente, decine di migliaia di civili, per lo più iracheni e siriani, sono stati ammassati in campi di prigionia nelle stesse aree della Siria nord-orientale.
Nonostante i ripetuti appelli delle autorità curde e americane, molti Paesi occidentali si rifiutano di rimpatriare i propri cittadini, limitandosi a riportare in patria quantità esigue di loro concittadini.
"Il rimpatrio è essenziale per ridurre la popolazione nei campi, come al Hol (in Siria), e nei centri di detenzione", ha affermato Blinken. Se non li rimpatriiamo "rischiano di riprendere le armi", ha avvertito.
Secondo le stime delle Nazioni Unite, l'Isis può contare ancora oggi su 5-7mila tra membri e sostenitori tra Iraq e Siria organizzati in cellule di insorti originari per lo più dalle sofferenti regioni irachene e siriane.(ANSAmed).