Marocco: Festa Sacrificio a rischio,pronti 6milioni di ovini
Inflazione e aumento dei prezzi minacciano il rito

Si stima tra il 15 e il 20% in più. Le famiglie però hanno visto ridursi il loro potere d'acquisto, in generale. Un calo senza precedenti dei consumi che ha portato a -0,7% la domanda e una perdita pari all'1,9% del potere d'acquisto, secondo le stime dell'Alto commissariato al programma, l'istituto marocchino di statistiche. Un quadro che a parte l'anno del Covid non si vedeva da 20 anni. Nella storia del Marocco si contano già tre precedenti: re Hassan II ha annullato il rito nel 1963, dopo la grave crisi economica successiva alla guerra di sabbia, nel 1981 per la siccità associata a una difficile situazione economica, infine nel 1995 fu il ministro delle Dotazioni e degli Affari Islamici, Abdelkebir El Mdaghri, a leggere un messaggio reale che diceva che, a causa di una catastrofica stagione agricola, l'Aid non sarebbe stata celebrata. Eppure abolire la festa comporta perdite enormi proprio per il mondo rurale. Il fatturato generato in occasione della festa si stima tra i 12 e i 15 miliardi di dirham. Una sorta di fondo per gli agricoltori che vi attingono per preparare la stagione agricola a venire. I capi di bestiame allevati per l'Aid sono i maschi, difficili da vendere in altri periodi dell'anno. Inoltre attorno alla Festa del sacrificio gravita un intero ecosistema che include macellai, venditori di frigoriferi e piccoli elettrodomestici, trasporto dei capi di bestiame oltre che i dettaglianti quali venditori di coltelli, spezie, barbecue e mangimi per animali.(ANSAmed).