In Tunisia riciclato solo il 4% dei rifiuti solidi urbani
Occorre "coraggioso processo decisionale politico"

I rifiuti solidi urbani e industriali sono ancora un'importante fonte di insalubrità sia in termini di aree urbane e rurali e degrado dell'ambiente e della qualità della vita. I rifiuti non sono ancora integrati in modo significativo, tranne alcune eccezioni, nella dinamica dell'economia verde e circolare. Le prestazioni tecniche della gestione dei rifiuti solidi urbani e industriali a livello di raccolta, trasporto, riciclaggio, recupero e trattamento rimane casuale e molto approssimativo, fa notare l'esperto Samir Meddeb. In Tunisia vengono prodotti annualmente, circa 2.800.000 tonnellate di rifiuti domestici e assimilati, di cui circa dai 10 governatorati del Nord-Est e dell'Est del Paese, da Biserta a Sfax, cioè circa il 75%.
L'osservazione della destinazione finale dei rifiuti solidi urbani e assimilati mostra che solo il 4% di questi rifiuti viene riciclato, il 5% viene sottoposto a compostaggio, il 70% viene inviato in discariche controllate e il 21% viene inviato in discariche non controllate.
Secondo gli stessi dati, la produzione per abitante e per giorno è stimata intorno a 0,6 kg/abitante/giorno con notevoli disparità tra le aree urbane dove il tasso talvolta supera 1 kg e le aree rurali dove il tasso scende a 0,15 kg/abitante/giorno.
Secondo lo studio il 63,2% dei rifiuti solidi urbani e assimilati in Tunisia è composto da materia organica. Il tasso di copertura della raccolta dei rifiuti domestici e simili nelle aree urbane e rurali raggiunge rispettivamente l'80% e tra lo 0 e il 10%.
Lo studio presentato dal Forum Ibn Khaldoun si conclude con una serie di raccomandazioni ai decisori politici secondo cui "l'evoluzione verso una gestione sostenibile dei rifiuti urbani dipende dall'istituzione di un canone remunerativo del servizio reso dal Comune, in proporzione al volume prodotto e raccolto, secondo il principio "chi inquina paga" che "richiederà un coraggioso processo decisionale politico, accompagnato da una campagna promozionale di spiegazione e adeguata consapevolezza".
Ciò insieme a molte altre raccomandazioni miranti ad una concezione ideale di "economia circolare", che include anche una certa dose di civismo e di investimenti pubblici e privati ancora lungi dall'essere raggiunti. (ANSAmed).