(di Enrica Battifoglia)
(ANSA) - PADOVA, 07 MAR - L'Italia è pronta ad annunciare la
sua candidatura per ospitare l'Einstein Telescope, il nuovo
grande strumento capace di ascoltare le onde gravitazionali con
una precisione senza precedenti. "Presto" la candidatura sarà
annunciata ufficialmente con la presidente del Consiglio Giorgia
Meloni, ha detto il ministro dell'Università e la Ricerca, Anna
Maria Bernini, nella Conferenza delle Addette e degli Addetti
Scientifici e Spaziali organizzata nell'Università da Padova dal
ministero degli Affari esteri e della Cooperazione
internazionale.
E' una scommessa per il nostro Paese, che si contende con
l'Olanda la sede questa nuova finestra sull'universo, e alla
quale "il governo crede molto", ha detto ancora Bernini. Il sito
individuato per accogliere questa struttura è in Sardegna, nella
miniera dismessa di Sos Enattos. Che questo sia il sito ideale
"non lo diciamo solo noi, ma il premio Nobel Giorgio Parisi. Se
lo dice lui ci crediamo e lavoriamo per questo con tutta la
forza", ha detto ancora il ministro riferendosi al comitato
scientifico istituito il 9 febbraio, del quale Parisi è
presidente e del quale fa parte anche l'ambasciatore Ettore
Sequi, già segretario generale del ministero degli Esteri.
La candidatura italiana è il frutto di un gioco di squadra
che vede in prima linea ministero di Università e Ricerca,
Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) e Regione Sardegna.
E' anche un progetto scientifico ambizioso: è "un osservatorio
sotterraneo estremamente innovativo e sensibile attraverso il
quale noi potremo studiare di più e meglio l'universo profondo,
la materia oscura e l'energia oscura. C'è chi dice in maniera
molto lirica che potremo sentire la musica dei buchi neri", ha
aggiunto Bernini. E' anche trasversale a molti ambiti
scientifici: "Non è solo un'affermazione della fisica
fondamentale e teorica, c'è di tutto: cosmologia, astrofisica,
ci sarà una grande valorizzazione di alcuni comparti come la
meccanica, l'intelligenza artificiale, le tecnologie
quantistiche, l'ottica. Immaginate tutto quello che girerà
intorno a un'infrastruttura di ricerca del genere in termini di
acquisizione di nuove tecnologie e ovviamente grande
valorizzazione del territorio che la ospiterà. Noi ci crediamo
moltissimo", ha sottolineato.
Le infrastrutture della ricerca sono il biglietto da visita
dell'Italia a livello internazionale, come è emerso
dall'incontro di Padova, e fare in modo che siano un volano per
nuove collaborazioni e progetti è uno dei compiti degli addetti
scientifici: "Rappresentano il meglio del nostro Paese
all'estero, sono un canale da e per l'Italia, per portare le
migliori infrastrutture di ricerca, le migliori competenze e
anche per trasferirle", ha rilevato il ministro.
Per la presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche
(Cnr), Maria Chiara Carrozza, è fondamentale anche rendere
internazionali i partenariati nati in Italia grazie al Piano
Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). "Sarà lo sforzo dei
prossimi tre anni" e, ha aggiunto, "sarà anche compito degli
addetti scientifici. E' indubbiamente una grande opportunità.
Siamo in condizione di forza, è il momento di costruire dei
rapporti". Un altro punto di forza della ricerca italiana sono i
Big data, un settore in cui l'Italia ha una "opportunità enorme"
per "fare grandi avanzamenti dal punto di vista scientifico e
con importanti ricadute industriali", ha sottolineato il
presidente del Cineca Francesco Ubertini. Il tecnopolo di
Bologna è uno dei cinque centri nazionali di ricerca su cui
l'Italia ha investito con il Pnrr. Che la ricerca generi
ricchezza, infine, lo ha rilevato anche la presidente di Area
Science Park, Caterina Petrillo: investire in ricerca, ha detto,
significa "fare un investimento che genera valore". (ANSA).
