"La governance è l'approccio
fondamentale": lo ha detto Emanuela Del Re, rappresentante
speciale dell'Unione europea per il Sahel, intervenuta a un
incontro su cooperazione e prospettive di stabilizzazione della
regione organizzato nell'ambito della Conferenza Roma Med
Dialogues, promossa da Ministero degli Esteri e dall'Ispi, con
ANSA media partner e alla sua ultima giornata. Tale approccio
nasce da una "rivoluzione culturale" dell'Unione europea, quella
di considerare i Paesi del Sahel quali "Stati partner con cui
lavorare per garantire coesione sociale e pace", ha aggiunto.
"Questo significa che non possiamo intervenire solo a livello
militare, ma aiutare la società nel suo sviluppo", ha
continuato, facendo l'esempio del fenomeno terroristico, che per
molti giovani delle aree remote del Sahel rappresenta "un
illusorio welfare alternativo". "Abbiamo compreso che dobbiamo
coinvolgere i Paesi africani, in una mutua responsabilità", ha
commentato la rappresentante speciale dell'Ue per il Sahel.
"Abbiamo una strategia e vogliamo cambiare le cose insieme,
con molti progetti in vari campi", da quello sanitario a quello
amministrativo, passando per iniziative mirate alle donne e alla
creazione di opportunità economiche. In Unione europea, inoltre,
sono sempre di più i Paesi coinvolti in merito, anche se lontani
dalla regione: è il caso della Lituania e dell'Estonia, ha
ricordato Del Re.
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