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Med Dialogues, prima giornata della Conferenza. Draghi: 'Sui migranti serve più coinvolgimento dei Paesi europei'

Di Maio: 'Libia prima sfida per l'Italia nel Mediterraneo'

Redazione ANSA

Apertura ufficiale della Conferenza MED-Dialogues promossa dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dall’ISPI.

DRAGHI - "Pensiamo ai flussi di migranti, che molto spesso hanno origine lontano dal mare, da soli non possiamo controllare i movimenti migratori, da inizio di quest'anno 6 volte tanti, rispetto al 2019. Serve un maggior coinvolgimento di tutti i paesi europei, anche nel Mediterraneo, l'Italia continua a promuovere un avanzamento europeo verso una gestione collettiva, in un equilibrio fra responsabilità e solidarietà". Lo ha detto il presidente del consiglio, Mario Draghi, intervenendo alla conferenza 'Rome Med-Mediterranean Dialogues'. In tema di migranti l'obiettivo è "proteggere i più deboli con cordoni umanitari dai paesi più vulnerabili, rafforzare i flussi legali, che sono una risorsa e non una minaccia per la nostra società".

"L'Italia sostiene il progresso di transizione e di pacificazione della Libia. La conferenza di Parigi ha riaffermato l'unità della comunità internazionale attorno a questo obiettivo. Solo un percorso a guida libica può portare a una soluzione della crisi del Paese".

Riguardo Israele "guardiamo con attenzione al percorso di normalizzazione delle sue relazioni col mondo arabo. Le recenti crisi di Gaza dimostrano la necessità di riavviare gli sforzi internazionali a favore del processo di pace, un cammino che deve portare a una soluzione a due Stati, praticabile, giusta e direttamente negoziata dalle parti coinvolte".

 

 LA CONFERENZA

 

DI MAIO - "La sfida più immediata per l'Italia è la stabilizzazione della Libia. La Conferenza di Parigi ha riaffermato l'ownership libica e il sostegno internazionale alla stabilizzazione, nella cornice del Processo di Berlino e delle Nazioni Unite. Le conclusioni hanno richiamato gli attori libici a impegnarsi costruttivamente per un processo elettorale libero,equo, inclusivo e credibile, in vista del voto previsto il 24 dicembre. È altresì prioritario il ritiro di mercenari e combattenti stranieri dal Paese".Lo ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio nel discorso d'apertura della 7/ma edizione della Conferenza Med Dialogues a Roma.

"L'Italia ha incessantemente incoraggiato solidarietà e cooperazione internazionale nella lotta alla pandemia. Colmare il gap vaccinale con i Paesi più vulnerabili è un imperativo per raggiungere il 40% della popolazione mondiale immunizzata entro la fine del 2021 e il 70% entro la metà del 2022, come stabilito dalla Dichiarazione di Roma del G20", ma gli impegni profusi sono "tuttora insufficienti" e "richiedono un impegno ulteriore di tutta la comunità internazionale".

"Lo spirito dei Med Dialogues è quello di indicare un'agenda positiva per il Mediterraneo perché non vogliamo un Mediterraneo minaccioso, ma di pace": lo ha detto Giampiero Massolo, presidente dell'Ispi (organizzatore insieme alla Farnesina), aprendo la settima edizione dei Med Dialogues di Roma, che oggi e domani vedrà incontri e dibattiti tra leader politici, imprenditori, accademici, esponenti della società civile. "Cercare un'agenda positiva è particolarmente importante oggi", ha spiegato Massolo, un momento che vede la regione in transizione, con molti ostacoli strutturali che non favoriscono questo impegno. "Ma questo non deve limitare la nostra ambizione. Che non è offrire soluzioni, ma fare incontrare leader, aziende, società pubblica. Noi vorremo indicare un metodo: mettere a fuoco i problemi, sostenere i governi nella sintesi, nelle decisioni". Nella sessione inaugurale, dopo l'intervento di Massolo, è stata la volta del presidente del Consiglio Mario Draghi, in video collegamento, seguito dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio.

YEMEN - Nel suo intervento  il ministro degli Esteri dello Yemen Ahmed Awad bin Mubarak ha parlato dell'aggravarsi della situazione del conflitto nel Paese. "Alcuni mesi fa ero più ottimista, avevamo sul tavolo una proposta pratica, a partire dal cessate il fuoco. Oggi la situazione è molto difficile e non vedo molte prospettive di un ritorno al dialogo", ha dichiarato Ahmed Awad bin Mubarak.

Anche l'inviato Usa per lo Yemen,  Timothy Lenderking, ha riconosciuto che "l'idea che ci potesse essere una soluzione immediata nel conflitto in Yemen non è realistica". L'amministrazione Biden ritiene importante la risoluzione del conflitto perché ci sono "implicazioni per l'economia mondiale, la minaccia delle presenza di elementi di al Qaida e dell'Isis ovviamente e anche le guerre che coinvolgono le regioni interne. Tuttavia - ha aggiunto l'inviato - la priorità resta la questione della crisi umanitaria nel Paese. Dobbiamo assicurare che gli aiuti arrivino ai civili".

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