(di Stefano Secondino)
Comincia a prendere forma il nuovo
Ministero della Transizione ecologica, forse la novità più
importante del governo Draghi: un super-ministero dell'Ambiente
che non si occuperà più solo di tutela, ma anche degli
investimenti per decarbonizzare l'economia, e che dovrà gestire
quel 37% del Recovery Fund destinato alla green economy.
Nella bozza di decreto legge - di cui l'ANSA è venuta in
possesso - vengono trasferite nel nuovo dicastero (Mite), che
assorbe l'intero Ministero dell'Ambiente, anche alcune
competenze del Ministero dello Sviluppo economico (Mise).
"Al Ministero della transizione ecologica - si legge nel
documento - sono trasferite le funzioni esercitate dal Ministero
dello sviluppo economico in materia di politica energetica,
ferme restando le competenze in materia di liberalizzazione e
concorrenza dei mercati e sicurezza degli approvvigionamenti di
energia" (queste ultime rimangono al Mise).
A questo scopo, passano al Mite due direzioni del Mise: la
Direzione generale per le infrastrutture e la sicurezza dei
sistemi energetici e geominerari e la Direzione generale per
l'approvvigionamento, l'efficienza e la competitività
energetica.
La relazione illustrativa alla bozza del decreto spiega che
"si ritiene ottimale trasferire al MITE tutte le competenze del
MISE su rinnovabili, decarbonizzazione, efficienza energetica,
ricerca e nuove tecnologie energetiche clean, mobilità
sostenibile, piano idrogeno e strategie di settore,
decommissioning nucleare, transizione sostenibile delle attività
di ricerca e produzione di idrocarburi".
Il criterio per trasferire le competenze al nuovo ministero
sono "le 5 dimensioni del PNIEC (Piano nazionale integrato per
l'energia e il clima, n.d.r.), stabilite in ambito comunitario".
In pratica, al nuovo dicastero spettano tutte le politiche per
passare da un'economia basata sulle fonti fossili e il consumo
di risorse a una basata sulle rinnovabili e il riciclo (la
cosiddetta economia circolare).
Il neo-ministro Roberto Cingolani (un tecnico, scienziato e
manager di Leonardo) avrà anche la guida di un Comitato
interministeriale per coordinare le attività degli altri
dicasteri che hanno ricadute sulla transizione ecologica. La
relazione cita "la fiscalità energetica, le politiche dei
trasporti e di gestione del territorio, che verosimilmente non
saranno tutte assorbite dal MITE".
In materia di vigilanza sugli enti passerebbe al MITE - si
legge nella relazione illustrativa della bozza - la vigilanza su
Enea, Gse e Sogin, mentre resterebbe al MISE la vigilanza su Gme
(che gestisce le piattaforme informatiche di scambio di energia)
e su Acquirente Unico (che gestisce i servizi di tutela dei
consumatori e le scorte petrolifere di sicurezza da utilizzare
in caso di emergenza). Infine, si legge ancora nella relazione
della bozza - dei 19 posti di dirigente più i due posti di
direttore generale ne risulterebbero trasferiti al MITE 15 e il
resto rimarrebbe al MISE.
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