"Tutti questi grandi spazi stanno
perdendo il loro significato e non abbiamo solo il problema del
non consumo di superficie, ma l'altra questione enorme sarà cosa
se ne farà di tante superfici che non possiamo più usare e non
sappiamo come convertire e al momento non hanno quasi senso".
Così si è espresso l'architetto Massimiliano Fuksas nel corso di
un evento streaming ospitato da Area Science Park di Trieste e
incentrato su sostenibilità, cambiamenti tecnologici,
costruzioni e futuro.
"Per tutti la costruzione è la formula più arretrata che
esiste - ha affermato Fuksas-. Si costruisce esattamente quando
siamo fortunati come diceva Vitruvio oppure si costruisce come
abbiamo pensato qualche migliaio di anni fa. La grande
innovazione nell'architettura e nell'edilizia non c'è stata".
Riferendosi alla sua esperienza personale, l'architetto ha
poi spiegato: "Abbiamo capito che, ad esempio, non avevamo
bisogno nello studio di Roma di duemila metri quadrati, perché
le persone che oggi lavorano non sono più le cento di due anni
fa, ma al momento sono trenta che lavorano non qui e altre
trenta che lavorano in smart working".
"Credo che se oggi usiamo quello che abbiamo e iniziamo a
modificare i luoghi lavoro - ha sottolineato -, ci avviciniamo a
un futuro possibile".
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